Classe energetica case green: la Direttiva Europea

La classe energetica degli edifici e la nuova Direttiva Europea sulle case green.

La commissione industria del Parlamento Europeo ha approvato il 9 Febbraio 2023 la nuova Direttiva sulle case green. Il provvedimento dovrà poi essere ratificato nel mese di Marzo e approvato dal Parlamento in sessione plenaria nonché in Commissione e Consiglio Europeo. Durante questi passaggi sono attesi cambiamenti e modifiche circa l’applicazione, i tempi di adeguamento e altre questioni anche se la sostanza della direttiva pare rimarrà abbastanza simile a quella approvata di recente.

In particolare si parla di un miglioramento generalizzato delle prestazioni energetiche degli edifici, la versione attuale prevede di passare alla classe energetica E entro il 2030 e alla classe energetica D entro il 2033. L’obiettivo è ambizioso e sicuramente di difficile applicazione a meno di non prevedere adeguati incentivi di Stato per finanziare gli interventi senza che questi gravino sulle tasche dei cittadini.

La certificazione energetica degli edifici: in che classe è la mia casa?

Al momento per conoscere la classe energetica delle proprie case occorre far eseguire una procedura di calcolo standard da un certificatore energetico abilitato e farsi rilasciare l’Attestato di Prestazione Energetica (APE).

La procedura prevede un sopralluogo presso l’immobile da certificare, l’acquisizione di parametri termotecnici relativi all’immobile (tipo di costruzione, tipologia di serramenti e infissi, generatore, caldaia, condizionatori presenti, eventuali isolamenti termici, fonte energetica utilizzata, e molti altri dati) e una procedura di calcolo che premette di ottenere in uscita la certificazione della classe energetica della casa.

Le linee guida nazionali per la certificazione energetica degli edifici

Al momento in Italia la certificazione energetica degli edifici e il rilascio dell’APE sono regolati dal DM 26/6/2015 e in particolare dall’allegato 1 che stabilisce le regole per una corretta certificazione delle nostre case.

In particolare si legge che:

“Il sistema di attestazione della prestazione energetica degli immobili di cui alle presenti linee guida è volto a favorire, in coerenza con la direttiva 2010/31/UE, con i principi desumibili dal decreto legislativo e con il decreto di cui all’articolo 4, comma 1 del decreto legislativo, una applicazione omogenea su tutto il territorio nazionale che consenta la valutazione e il confronto tra immobili da parte dell’utente finale. L’APE descritto nelle presenti linee guida, costituisce uno strumento di chiara e immediata comprensione per la valutazione, in relazione alla prestazione energetica dell’immobile, della convenienza economica all’acquisto e alla locazione. Costituisce altresì un efficace strumento per la valutazione della convenienza nella realizzazione di interventi di riqualificazione energetica dell’immobile stesso.”

Occorre precisare che alcune Regioni hanno emanato dei regolamenti specifici con alcune differenze rispetto alla norma nazionale, per cui ci potrebbero essere delle piccole differenze nell’applicazione delle linee guida a livello regionale.

Per quel che riguarda gli specifici impianti presenti all’interno delle abitazioni e degli edifici, il decreto specifica che:

“I servizi energetici presi in considerazione per il calcolo della prestazione energetica dell’immobile sono la climatizzazione invernale, la climatizzazione estiva, la produzione di acqua calda sanitaria, la ventilazione meccanica e, per le tipologie di edificio specificate al paragrafo 2, l’illuminazione e il trasporto di persone o cose. Il calcolo della prestazione energetica si basa sui servizi effettivamente presenti nell’edificio in oggetto, fatti salvi gli impianti di climatizzazione invernale e, nel solo settore residenziale, di produzione di acqua calda sanitaria che si considerano sempre presenti.”

Per gli edifici residenziali, ad esempio case singole o appartamenti in condominio si considerano gli impianti di riscaldamento, gli impianti di condizionamento e gli impianti per la produzione di acqua calda sanitaria (cioè l’acqua per uso comune), per i fondi commerciali e/o altri utilizzi in alcuni casi è richiesto di considerare anche l’illuminazione e il trasporto di persone o cose (ascensori, montacarichi, ecc…).

Le classi energetiche: dalla classe G alla classe A4

La vigente normativa prevede che gli edifici vengano classificati, a seguito della procedura di certificazione, in classi energetiche che vanno dalla peggiore G (maggiori emissioni di CO2) fino alla classe A4 (minori emissioni di CO2).

Le classi sono: G-F-E-D-C-B-A1-A2-A3-A4 con la possibilità in alto di essere un Edificio a Energia quasi Zero (ossia una super categoria di case che si possono definire teoricamente passive ossia che non consumano energia primaria).

“La classe energetica dell’edificio è determinata sulla base dell’indice di prestazione energetica globale non rinnovabile dell’edificio EPgl,nren, per mezzo del confronto con una scala di classi prefissate, ognuna delle quali rappresenta un intervallo di prestazione energetica definito. La classe energetica è contrassegnata da un indicatore alfabetico in cui la lettera G rappresenta la classe caratterizzata dall’indice di prestazione più elevato (maggiori consumi energetici), mentre la lettera A rappresenta la classe con il miglior indice di prestazione (minori consumi energetici). Un indicatore numerico, affiancato alla lettera A, identificherà i livelli di prestazione energetica in ordine crescente a partire da 1 (rappresentante del più basso livello di prestazione energetica della classe A). Un apposito spazio, se barrato, indicherà che si tratta di un “Edificio a energia quasi zero” come definito dall’Allegato 1, paragrafo 3.4 del decreto requisiti minimi. In figura 1 si riporta una rappresentazione grafica della scala sopra descritta.”

Classe energetica e case green. Quali interventi fare?

Quali interventi devo fare per avere una casa in classe E o in classe D ?

La risposta a questa domanda non è semplice e nemmeno immediata. Per poter portare la propria casa nelle classi più alte infatti occorre valutare con attenzione la situazione di partenza ed eseguire una diagnosi energetica o una simulazione termotecnica in cui attraverso la modellazione degli interventi di efficientamento energetico è possibile valutare la classe energetica futura dell’edificio oggetto di  intervento.

Possibili opere per l’efficientamento energetico della propria casa:

  • Isolamento termico dell’involucro opaco disperdente: cappotto termico esterno, cappotto interno, contropareti isolate, isolamento ultimo solaio, coibentazione della copertura con pannelli isolanti, isolamento verso terra, isolamento termico in intercapedine.
  • Isolamento termico dell’involucro trasparente: sostituzione di serramenti e infissi con modelli a bassa trasmittanza termica certificati per il risparmio energetico.
  • Sostituzione del generatore / caldaia e regolazione impianto termico: caldaie a condensazione, pompe di calore aria-aria o aria-acqua, sistemi ibridi caldaia e pompa di calore, sistemi di regolazione evoluti, regolazioni climatiche, valvole termostatiche, sistemi domotici, caldaie a pellet o a biomassa, scaldacqua a pompa di calore.
  • Impianti VMC: Ventilazione Meccanica Controllata, sia in versione puntuale che in versione canalizzata. (molto utile anche per il controllo dell’umidità interna e per limitare la formazione di condensa)
  • Impianti a pannelli solari fotovoltaici o termici: Installazione di pannelli solari fotovoltaici con relativo inverter e batterie di accumulo e impianti per la produzione di acqua calda da fonte rinnovabile quali i collettori solari termici e relativo sistema di accumulo.

Per eseguire interventi di efficientamento energetico si consiglia comunque di rivolgersi sempre a un termotecnico abilitato iscritto a un Ordine Professionale (Ingegneri, Periti, ecc…) ufficiale che potrà seguirvi nel processo di efficientamento energetico delle proprie case e/o appartamenti.

Isolamento del tetto, coibentazione della copertura e Superbonus 110%

Rifacimento del tetto e Superbonus 110%

Coibentazione del tetto e superbonus 110%

Con il D.L. 19/5/2020 Decreto Rilancio e la relativa legge di conversione 77/2020 è stato lanciato il nuovo meccanismo di incentivi per l’edilizia e il risparmio energetico detto Superbonus. Le aliquote di detrazione sono state portate al 110% per una serie di interventi (chiamati in gergo Trainati e Trainanti) che portano ad un miglioramento delle prestazioni energetiche degli edifici e una riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera. Il superbonus 110% riguarda anche le opere strutturali (Sismabonus) e i due meccanismi permettono di ristrutturare le proprie abitazioni o i condomini con la possibiltà di portare in detrazione il 110% delle spese sostenute oppure di cedere il credito a enti o istituti bancari.

L’isolamento termico del tetto

Tra gli interventi che sono maggiormente richiesti dai cittadini vi è il rifacimento del tetto con l’inserimento in copertura di materiali isolanti che permettono una buona coibentazione dal caldo e dal freddo. Nella sua prima formulazione però la normativa non permetteva tale intervento se sotto era presente una soffitta o un sottotetto non riscaldato, in quanto vi era il presupposto che si dovesse isolare la superficie che separa gli ambienti caldi dell’unità immobiliare dal sottotetto freddo, non riscaldato. Per questo motivo l’intervento di rifacimento del tetto con isolamento termico non era incentivato al 110% nè come intervento trainante nè come intervento trainato in presenza di ambienti freddi sottostanti. Questa specifica portava dunque i progettisti e i proprietari ad optare per una coibentazione dell’ultimo solaio anziché porre l’attenzione sulla falda sovrastante.

Incentivo al 110% anche per la coibentazione del tetto

Con la Legge di Bilancio 2021 (Legge 30/12/2020 n. 178), in vigore dal 1/1/2021 sono state apportate alcune modifiche riguardanti il Superbonus 110%, in particolare il legislatore è intervenuto su alcuni aspetti che coinvolgono l’Ecobonus potenziato.

Tra le varie modifiche è stata introdotta la possibilità di fruire dell’incentivo in Superbonus 110% anche sull’isolamento termico del tetto pur in presenza di un sottotetto o soffitta non riscaldati.

Questo intervento apre la strada a molti interventi di ristrutturazione delle falde del tetto con l’inserimento di materiali isolanti specifici per la coibentazione della copertura.

Si riporta qui di seguito l’emendamento che è stato approvato in sede di Legge di Bilancio 2021:

… alla lettera a), dopo il primo periodo è inserito il seguente: « Gli interventi per la coibentazione del tetto rientrano nella disciplina agevolativa, senza limitare il concetto di superficie disperdente al solo locale sottotetto eventualmente esistente;

Aggiornamento: l’ENEA si è espressa sull’argomento inserendo alcuni vincoli sul concetto di percentuale disperdente escludendo dal calcolo del 25% le coperture non disperdenti, si rimanda quindi alla FAQ ENEA per maggiori informazioni sull’argomento.


A chi rivolgersi:

Studio Luminance Progetti, specializzato in progetti e pratiche per Superbonus 110%.

Accesso autonomo e superbonus 110%

Novità superbonus 110%: Accesso autonomo da strada, cortile, giardino anche di proprietà non esclusiva.

 

Superbonus

Il D.L. 19/5/2020 coordinato con la Legge 77/2020 ha istituito il nuovo Superbonus 110% per la riqualificazione energetica degli immobili e per il miglioramento sismico. Tra le varie categorie di fabbricati che possono godere del nuovo incentivo sono stati inclusi gli edifici unifamiliari e le unità immobiliari situate in edifici plurifamiliari ma funzionalmente indipendenti e con uno o più accessi autonomi dall’esterno.

Recentemente è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il Decreto Agosto che ha apportato alcune modifiche alla disciplina del Superbonus 110%.

Tra le varie modifiche è stata introdotta una definizione di accesso autonomo che permette di meglio identificare le unità immobiliari che possono accedere al beneficio in maniera indipendente e con propri massimali si spesa.

In particolare citiamo:

Testo del decreto-legge 14 agosto 2020, n. 104 (in S.O. n. 30/L alla Gazzetta Ufficiale – Serie generale – n. 203 del 14 agosto 2020) , coordinato con la legge di conversione 13 ottobre 2020, n. 126 (in questo stesso S.O.), recante: «Misure urgenti per il sostegno e il rilancio dell’economia.». (G.Ufficiale n.253 del 13-10-2020 – Suppl. Ordinario n. 37)

Come possiamo leggere all’articolo n. 51 comma 3-quater.

All’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, dopo il comma 1 e’ inserito il seguente:
«1-bis. Ai fini del presente articolo, per ‘accesso autonomo
dall’esterno‘ si intende un accesso indipendente, non comune ad altre
unita’ immobiliari, chiuso da cancello o portone d’ingresso che
consenta l’accesso dalla strada o da cortile o da giardino anche di
proprietà’ non esclusiva».

Questa importante modifica apre la strada anche a numerosi edifici che potranno accedere al Superbonus in modo autonomo e indipendente dalle altre unità immobiliari con le quali si condividono corti, cortili, giardini a comune, fermo restando tutti gli altri requisiti richiesti dalla legge.

Estratto del testo del decreto:

Art. 51

Piccole opere e interventi contro l’inquinamento

1. A decorrere dal 1° gennaio 2021, all’articolo 30 del
decreto-legge 30 aprile 2019, n. 34, convertito, con modificazioni,
dalla legge 28 giugno 2019, n. 58, sono apportate le seguenti
modificazioni:
a) il comma 14-bis e’ sostituito dal seguente: «14-bis. Per
stabilizzare i contributi a favore dei comuni allo scopo di
potenziare gli investimenti per la messa in sicurezza di scuole,
strade, edifici pubblici e patrimonio comunale e per l’abbattimento
delle barriere architettoniche a beneficio della collettivita’,
nonche’ per gli interventi di efficientamento energetico e sviluppo
territoriale sostenibile di cui al comma 3, a decorrere dall’anno
2021 e’ autorizzato, nello stato di previsione del Ministero
dell’interno, l’avvio di un programma pluriennale per la
realizzazione degli interventi di cui all’articolo 1, comma 107,
della legge 30 dicembre 2018, n. 145. A tale fine, con decreto del
Ministro dell’interno, da emanare entro il 15 gennaio di ciascun
anno, e’ assegnato a ciascun comune con popolazione inferiore a 1.000
abitanti un contributo di pari importo, nel limite massimo di 160
milioni di euro per l’anno 2021, 168 milioni di euro per ciascuno
degli anni 2022 e 2023, 172 milioni di euro per l’anno 2024, 140
milioni di euro per ciascuno degli anni dal 2025 al 2030, 132 milioni
di euro per ciascuno degli anni dal 2031 al 2033 e 160 milioni di
euro a decorrere dall’anno 2034. Il comune beneficiario del
contributo di cui al presente comma e’ tenuto ad iniziare
l’esecuzione dei lavori entro il 15 maggio di ciascun anno. Nel caso
di mancato rispetto del termine di inizio dell’esecuzione dei lavori
di cui al presente comma o di parziale utilizzo del contributo, il
medesimo contributo e’ revocato, in tutto o in parte, entro il 15
giugno di ciascun anno, con decreto del Ministro dell’interno. Le
somme derivanti dalla revoca dei contributi di cui al quarto periodo
sono assegnate, con il medesimo decreto ivi previsto, ai comuni che
hanno iniziato l’esecuzione dei lavori in data antecedente alla
scadenza di cui al presente comma, dando priorita’ ai comuni con data
di inizio dell’esecuzione dei lavori meno recente e non oggetto di
recupero. I comuni beneficiari dei contributi di cui al quinto
periodo sono tenuti a iniziare l’esecuzione dei lavori entro il 15
ottobre di ciascun anno. Si applicano i commi 110, 112, 113 e 114
dell’articolo 1 della citata legge n. 145 del 2018.»;
b) il comma 14-ter e’ sostituito dal seguente: «14-ter. A
decorrere dall’anno 2021, nello stato di previsione del Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare, e’ istituito
un fondo dell’importo di 41 milioni di euro per l’anno 2021, 43
milioni di euro per l’anno 2022, 82 milioni di euro per l’anno 2023,
83 milioni di euro per l’anno 2024, 75 milioni di euro per ciascuno
degli anni dal 2025 al 2030, 73 milioni di euro per ciascuno degli
anni dal 2031 al 2033, 80 milioni di euro per l’anno 2034 e 40
milioni di euro a decorrere dall’anno 2035, destinato alle finalita’
di cui all’articolo 10, comma 1, lettera d), della legge 7 luglio
2009, n. 88. In sede di Conferenza permanente per i rapporti tra lo
Stato, le regioni e le province autonome di Trento e di Bolzano, e’
definito il riparto delle risorse tra le regioni interessate e sono
stabilite le misure a cui esse sono destinate, tenendo conto del
perdurare del superamento dei valori limite relativi alle polveri
sottili (PM10), di cui alla procedura di infrazione n. 2014/2147 e
dei valori limite relativi al biossido di azoto (NO2), di cui alla
procedura di infrazione n. 2015/2043, e della complessita’ dei
processi di conseguimento degli obiettivi indicati dalla direttiva
2008/50/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 21 maggio
2008. Il monitoraggio degli interventi avviene ai sensi del decreto
legislativo 29 dicembre 2011, n. 229, e gli stessi devono essere
identificati dal codice unico di progetto (CUP).»
c) il comma 14-quater e’ sostituito dal seguente: «14-quater.
All’attuazione delle disposizioni di cui ai commi 14-bis e 14-ter si
fa fronte con tutte le risorse per contributi dall’anno 2020, non
ancora impegnate alla data del 1° giugno 2019, nell’ambito
dell’autorizzazione di spesa di cui all’articolo 1, comma 1091, della
legge 27 dicembre 2017, n. 205, che si intende corrispondentemente
ridotta di pari importo, nonche’ con le risorse di cui all’articolo
24, comma 5-bis, del decreto-legge 30 dicembre 2019, n. 162,
convertito, con modificazioni, dalla legge 28 febbraio 2020, n. 8.
Sono nulli gli eventuali atti adottati in contrasto con le
disposizioni del presente comma. Il Ministro dell’economia e delle
finanze e’ autorizzato ad apportare, con propri decreti, le
occorrenti variazioni di bilancio.».
1-bis. Per l’anno 2020 il termine di cui all’articolo 1, comma 32,
della legge 27 dicembre 2019, n. 160, e’ prorogato al 15 novembre
2020; conseguentemente, il termine di cui al comma 34 dello stesso
articolo 1 e’ prorogato, per l’anno 2020, al 15 dicembre 2020.
1-ter. Al fine di contenere l’inquinamento e il dissesto
idrogeologico, fino al 31 dicembre 2020, l’aliquota dell’imposta di
registro per gli atti traslativi a titolo oneroso della proprieta’ di
terreni agricoli, di cui all’articolo 1, comma 1, terzo capoverso,
della tariffa, parte prima, allegata al testo unico delle
disposizioni concernenti l’imposta di registro, di cui al decreto del
Presidente della Repubblica 26 aprile 1986, n. 131, e’ ridotta all’1
per cento per i terreni agricoli adibiti all’imboschimento.
1-quater. Nei casi di cui al comma 1-ter, l’imposta puo’ essere
inferiore a 1.000 euro.
1-quinquies. Ai fini dell’applicazione dell’aliquota di cui al
comma 1-ter, la dichiarazione di destinazione del terreno
all’imboschimento deve essere resa dall’acquirente nell’atto di
acquisto. L’acquirente deve altresi’ dichiarare l’impegno a mantenere
tale destinazione d’uso per un periodo non inferiore a trenta anni e
a procedere alla piantumazione entro dodici mesi dall’acquisto, con
una densita’ non inferiore a 250 alberi per ettaro. In caso di
mancato rispetto delle predette condizioni, sono dovute le imposte
nella misura ordinaria, nonche’ una sovrattassa pari al 30 per cento
delle stesse imposte.
1-sexies. In caso di successivo trasferimento a titolo gratuito
della proprieta’ dei terreni di cui ai commi da 1-ter a 1-quinquies,
il vincolo di destinazione d’uso di cui al comma 1-quinquies decade
dopo trenta anni dalla data dell’atto traslativo a titolo oneroso per
il quale e’ stata applicata l’aliquota ridotta di cui al comma 1-ter.
1-septies. Agli oneri derivanti dall’attuazione dei commi da 1-ter
a 1-sexies, pari a 900.000 euro per l’anno 2020, si provvede mediante
corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1, comma 200,
della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato dall’articolo
114, comma 4, del presente decreto.
2. Al fine di favorire gli interventi volti al miglioramento della
qualita’ dell’aria prioritariamente nei settori dei trasporti, della
mobilita’, delle sorgenti stazionarie e dell’uso razionale
dell’energia, nonche’ interventi per la riduzione delle emissioni
nell’atmosfera, tenendo conto del perdurare del superamento dei
valori limite relativi alle polveri sottili (PM10), di cui alla
procedura di infrazione n. 2014/2147, e dei valori limite relativi al
biossido di azoto (NO2), di cui alla procedura di infrazione n.
2015/2043, e della complessita’ dei processi di conseguimento degli
obiettivi indicati dalla direttiva 2008/50/CE del Parlamento europeo
e del Consiglio, del 21 maggio 2008, e delle finalita’ di cui
all’articolo 10, comma 1, lettera d), della legge 7 luglio 2009, n.
88, che individua la pianura padana quale area geografica con una
particolare situazione di inquinamento dell’aria, le risorse per
l’anno 2020, di cui al nono periodo del comma 14-ter dell’articolo 30
del citato decreto-legge n. 34 del 2019, nel testo vigente alla data
di entrata in vigore del presente decreto, sono trasferite in
apposito capitolo dello stato di previsione del Ministero
dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
3. Al comma 4, primo periodo, dell’articolo 112-bis del
decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34, convertito, con modificazioni,
dalla legge 17 luglio 2020, n. 77, dopo le parole «trasferite» sono
aggiunte le seguenti: «o assegnate» e dopo le parole «l’emergenza»
sono aggiunte le seguenti: «, nonche’ ai sensi di norme di legge
dello Stato per contributi agli investimenti».
3-bis. Al comma 4 dell’articolo 7-quinquies del decreto legislativo
13 gennaio 2003, n. 36, le parole: “eluato conforme alle
concentrazioni fissate in tabella 5a dell’Allegato 4″ sono sostituite
dalle seguenti: “eluato conforme alle concentrazioni fissate in
tabella 5 dell’Allegato 4″.
3-ter. Alla tabella 3, alla tabella 5-bis e alla tabella 6-bis
dell’allegato 4 al decreto legislativo 13 gennaio 2003, n. 36, le
parole: “I valori sono calcolati secondo i fattori di equivalenza di
cui alla tabella 1 dell’Allegato P” sono sostituite dalle seguenti:
“I valori sono calcolati secondo i fattori di equivalenza di cui alla
tabella 1B dell’Allegato 3″.
3-quater. All’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n. 34,
convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77,
dopo il comma 1 e’ inserito il seguente:
«1-bis. Ai fini del presente articolo, per ‘accesso autonomo
dall’esterno‘ si intende un accesso indipendente, non comune ad altre
unita’ immobiliari, chiuso da cancello o portone d’ingresso che
consenta l’accesso dalla strada o da cortile o da giardino anche di
proprieta’ non esclusiva».
3-quinquies. All’articolo 119 del decreto-legge 19 maggio 2020, n.
34, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 luglio 2020, n. 77,
dopo il comma 13-bis e’ inserito il seguente:
«13-ter. Al fine di semplificare la presentazione dei titoli
abitativi relativi agli interventi sulle parti comuni che beneficiano
degli incentivi disciplinati dal presente articolo, le asseverazioni
dei tecnici abilitati in merito allo stato legittimo degli immobili
plurifamiliari, di cui all’articolo 9-bis del testo unico di cui al
decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, e i
relativi accertamenti dello sportello unico per l’edilizia sono
riferiti esclusivamente alle parti comuni degli edifici interessati
dai medesimi interventi».
3-sexies. In via sperimentale, per il periodo dal 1° gennaio 2021
al 31 dicembre 2021, per le bottiglie in polietilentereftalato di cui
all’articolo 13-ter, comma 1, del decreto del Ministro per la sanita’
21 marzo 1973, pubblicato nel supplemento ordinario alla Gazzetta
Ufficiale n. 104 del 20 aprile 1973, non trova applicazione la
percentuale minima di polietilentereftalato vergine prevista dal
comma 2 del medesimo articolo 13-ter. Restano ferme, per le predette
bottiglie, le altre condizioni e prescrizioni previste dal citato
articolo 13-ter.
3-septies. Il Ministero della salute provvede a modificare, entro
trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di
conversione del presente decreto, il citato decreto 21 marzo 1973,
adeguandolo alle disposizioni di cui al comma 3-sexies.
3-octies. Il Fondo di cui all’articolo 1, comma 200, della legge 23
dicembre 2014, n. 190, e’ incrementato di 3,6 milioni di euro per
l’anno 2022.
3-novies. Ai maggiori oneri di cui al presente articolo, valutati
in 9,5 milioni di euro per l’anno 2021 e in 1,6 milioni di euro per
l’anno 2023 e pari a 3,6 milioni di euro per l’anno 2022, si provvede
mediante corrispondente riduzione del Fondo di cui all’articolo 1,
comma 200, della legge 23 dicembre 2014, n. 190, come rifinanziato
dall’articolo 114, comma 4, per gli anni 2021 e 2023 e mediante
utilizzo delle maggiori entrate derivanti dai commi 1 e 2 per l’anno
2022.
3-decies. All’articolo 10 del decreto legislativo 11 febbraio 2010,
n. 22, sono apportate le seguenti modificazioni:
a) dopo il comma 4 e’ inserito il seguente:
«4-bis. Le piccole utilizzazioni locali di cui al comma 1 sono
assoggettate alla procedura abilitativa semplificata stabilita
dall’articolo 6 del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28,
limitatamente al caso in cui il prelievo e la restituzione delle
acque sotterranee restino confinati nell’ambito della falda
superficiale, alle condizioni stabilite con il provvedimento di cui
all’articolo 7, comma 4, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28,
fermi restando gli oneri per l’utilizzo delle acque pubbliche
stabiliti dalla normativa vigente, ove applicabili»;
b) dopo il comma 7 e’ aggiunto il seguente:
«7-bis. L’applicazione del comma 7 e’ estesa alle piccole
utilizzazioni locali di cui al comma 4-bis».
3-undecies. Fermo restando il rispetto del principio
dell’equilibrio di bilancio, nell’ambito delle risorse disponibili a
legislazione vigente e al fine di intervenire sulla contrazione del
ciclo economico in conseguenza dell’epidemia da COVID-19 stimolando
l’economia locale, fino alla data del 31 dicembre 2021 gli enti di
gestione delle aree protette possono adottare misure di contenimento
della spesa ulteriori ed alternative alle vigenti disposizioni di cui
all’articolo 1, commi da 590 a 593, della legge 27 dicembre 2019, n.
160, purche’ sia assicurato il conseguimento dei medesimi risparmi
previsti a legislazione vigente. Il collegio dei revisori dei conti
verifica preventivamente che le misure previste siano idonee a
garantire comunque i medesimi effetti di contenimento della spesa
stabiliti a legislazione vigente ed attesta il rispetto di tale
adempimento nella relazione al conto consuntivo. Resta in ogni caso
precluso l’utilizzo degli stanziamenti preordinati alle spese in
conto capitale per finanziare spese di parte corrente. Alla
compensazione in termini di indebitamento e fabbisogno, pari a 8
milioni di euro per ciascuno degli anni 2020 e 2021, si provvede
mediante corrispondente riduzione del Fondo per la compensazione
degli effetti finanziari non previsti a legislazione vigente
conseguenti all’attualizzazione di contributi pluriennali, di cui
all’articolo 6, comma 2, del decreto-legge 7 ottobre 2008, n. 154,
convertito, con modificazioni, dalla legge 4 dicembre 2008, n. 189.

 

Novità Superbonus 110%: Circolare Agenzia delle Entrate

Circolare Agenzia delle Entrate: Superbonus 110%

Dopo l’uscita dei decreti attuativi e della Guida dell’Agenzia delle Entrate in merito al Superbonus, sono arrivati molti chiarimenti e dettagli per gli addetti ai lavori da parte dell’Agenzia delle Entrate.

La nuova circolare entra nel merito di molti aspetti inerenti la platea dei beneficiari, la tipologia di immobili che possono godere del nuovo incentivo del 110%, gli interventi che possono essere realizzati e inoltre viene spiegato in maniera chiara il meccanismo della cessione del credito e lo sconto in fattura.

Con questo documento di conclude l’iter normativo relativo al nuovo Superbonus del 110% (ecobonus + sismabonus) che era iniziato con il Decreto Rilancio e si è concluso con i vari Decreti Attuativi del MISE e le circolari dell’Agenzia delle Entrate.

Qui di seguito è possibile consultare la Circolare relativa al superbonus 110%:

Superbonus_circolare_ade

A chi rivolgersi per ottenere gli incentivi del 110%

La normativa relativa al Superbonus 110% è molto complessa e la definizione degli obiettivi energetici da raggiungere per ottenere il superbonus non è semplice da calcolare. In particolare occorre che l’insieme degli interventi effettuati porti ad un salto di due classi energetiche da verificare tramite APE pre e post intervento. Prima di iniziare i lavori occorre eseguire un’analisi energetica preliminare al fine di stabilire quanti e quali opere realizzare per raggiungere tale obiettivo. Si consiglia quindi di rivolgersi a un termotecnico professionista in grado di guidare l’utente in tutte le fasi del procedimento tecnico amministrativo inerente il superbonus 110%.

Per la Toscana è possibile contattare il nostro referente termotecnico:

Referente esperto termotecnico per superbonus 110%:

Ing. Matteo Paoletti

Mobile: 3389486390 (orario ufficio)

E-mail: studio@luminance.it

Sito web: Termotecnico per superbonus 110%

 

Al via il superbonus 110%. Legge 77/2020 conversione del Decreto Rilancio

Superbonus 110% e interventi agevolati

Il Decreto Rilancio è stato convertito in legge in questi giorni. Sono state apportate alcune modifiche in fase di conversione ma in generale lo schema di principio non è stato cambiato in maniera incisiva. Le categorie di intervento che godono dello speciale superbonus del 110% sono rimaste più o meno invariate, è stata ampliata la platea dei possibili beneficiari e introdotti alcuni piccoli aggiustamenti sui massimali da poter portare in detrazione.

Si allega qui sotto gli articolo di interesse della Legge 77/2020:

Superbonus_110_Legge_77_2020

Pratiche, adempimenti e asseverazioni ENEA per il superbonus 110%

Pratiche e adempimenti per il Superbonus del 110%

 

In questi giorni vengono presentate alcune bozze preliminari riguardanti il superbonus del 110% per i lavori di ristrutturazione che comportano miglioramenti energetici.

Dalle bozze che circolano in rete (in attesa dei promessi Decreti attuativi che dovrebbero arrivare in 30 giorni circa) sembrano confermate le ipotesi che già avevamo introdotto in precedenti articoli.

In particolare chi vorrà approfittare del nuovo superbonus 110% per risparmio energetico dovrà contattare un termotecnico professionista al fine di presentare tutte le pratiche necessarie per ottenere il beneficio:

Pratiche necessarie per il superbonus 110%

  • Relazione tecnica ai sensi del DM 16/6/2015 “requisiti minimi” da presentare al Comune ai sensi della Legge 10/91  (pratica termotecnica)
  • Eventuali pratiche edilizie (CILA, SCIA, ecc…) necessarie in base al tipo di intervento da realizzare
  • Asseverazione di un termotecnico professionista che attesti la rispondenza degli interventi con quanto stabilito dalla normativa tecnica a riguardo e con i prezzi standard riferibili all’intervento.
  • APE (Attestato di Prestazione Energetica) da produrre prima dell’inizio dei lavori che attesti la classe energetica dell’edificio ante operam
  • APE (Attestato di Prestazione Energetica) da produrre dopo i lavori che attesti la classe energetica dell’edificio post operam (occorre effettuare un salto di due classi energetiche)
  • Entro 90 giorni dalla fine dei lavori, occorrerà inoltrare la pratica ENEA con i dati contenuti nella scheda descrittiva degli interventi. I dati da indicare sono quelli contenuti negli allegati C e D alla bozza del decreto (in attesa di eventuali modifiche e conferme). Si tratta di informazioni tecniche che servono ad identificare la tipologia dell’edificio o di impianto su cui sono stati realizzati i lavori e il contribuente che sostiene le spese.
  • All’Enea bisognerà anche trasmettere l’asseverazione del rispetto dei requisiti previsti e la corrispondente dichiarazione di congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati.

A chi rivolgersi per ottenere il superbonus del 110%:

Per Firenze, Prato, Lucca, Pistoia, Pisa, Livorno:

Studio termotecnico Ing. Matteo Paoletti: Pratiche, asseverazioni ENEA per Superbonus 110%

 

Requisiti e pratiche per il superbonus del 110%

Adempimenti e specifiche per il superbonus 110%

Il Decreto Rilancio 2020 ha introdotto una nuova tipologia di incentivo statale per il risparmio energetico e i lavori di adeguamento anti sismici.

Il nuovo superbonus per il risparmio energetico o ecobonus del 110% è stato introdotto al fine di incentivare tutti gli interventi di risparmio energetico ma con precise specifiche di “ingresso”, ossia alcuni tipi di intervento che permettono di accedere alla procedura portando poi con sè la possibilità di incentivare anche gli altri interventi previsti dall’ecobonus ma con una aliquota del 110% e un periodo di rientro di 5 anni anzichè 10.

Nel nostro precedente articolo sul nuovo superbonus del 110% avevamo introdotto la misura, qui di seguito elenchiamo i principali adempimenti e le pratiche necessarie per ottenere il superbonus ecobonus 110%:

  • Miglioramento energetico: gli interventi previsti dovranno rispettare i requisiti minimi previsti dal DM 26 giugno 2015 (ex Legge 10’/91) e assicurare un salto di minimo due classi energetiche.
  • Il visto di conformità: occorrerà anche tale adempimento in merito ai dati relativi alla documentazione. Con tale visto si attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione. Viene rilasciato da commercialisti, consulenti del lavoro e CAF. I dati relativi all’opzione scelta andranno comunicati in via telematica all’Agenzia delle Entrate secondo modalità che saranno definite successivamente.

 

  • Interventi di riqualificazione energetica (Ecobonus del 110%): occorrerà una asseverazione del rispetto dei requisiti energetici minimi (DM 26 giugno 2015) e della congruità delle spese effettuate per gli interventi agevolati, rilasciata da un termotecnico abilitato. Tale documentazione dovrà essere trasmessa all’Enea secondo modalità che saranno definite successivamente.
  • Attestati di prestazione energetica APE prima e dopo i lavori: Per ottenere le agevolazioni ecobonus 110% occorrerà anche la consulenza di un termotecnico per la preparazione e il rilascio di due APE, il primo con i dati ante operam e il secondo post operam. I due attestati serviranno al fine di valutare il miglioramento di classe energetica ottenuto con gli interventi effettuati.

A chi rivolgersi:

Per la Toscana, Studio tecnico e termotecnico Luminance Progetti:

Pratiche, progetti, APE e Asseverazione ENEA per Superbonus, ecobonus del 110%

 

Detrazioni ecobonus 110 % decreto rilancio

Gli incentivi ecobonus con detrazione del 110%

Detrazioni fiscali per risparmio energetico 2020. Decreto Rilancio e detrazioni ecobonus del 110%

Con l’emergenza sanitaria abbiamo assistito a una generale crisi economica che ha colpito tutti i settori produttivi e commerciali. Al fine di fornire un supporto economico il Governo ha emanato un decreto legge di urgenza, chiamato Decreto Rilancio in cui sono stai inseriti degli articoli per potenziare l’ecobonus per interventi di risparmio energetico.

La prima versione del decreto rilancio potenzia l’ecobonus portando la percentuale di detrazione al 110% in 5 anni.

Siamo in attesa della versione definitiva che sarà pubblicata a breve in gazzetta ufficiale, per adesso gli interventi che godranno del potenziamento al 110% sono i seguenti:

  • Vengono portati al 110% gli interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 60.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio. I materiali isolanti utilizzati devono rispettare i criteri ambientali minimi di cui al decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 ottobre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 novembre 2017.
  • Godranno di una detrazione del 110% in 5 anni anche gli interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione del 18 febbraio 2013, a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.
  • Aumentata l’aliquota anche per gli interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.

Queste tipologie di intervento si portano dietro anche altri interventi che di per sè erano incentivati con aliquote inferiori (ad es. ecobonus 50% o 65%) che passano così al 110% se effettuati insieme a quelli visti sopra:

L’aliquota prevista al comma 1 si applica anche a tutti gli altri interventi di efficientamento energetico di cui all’articolo 14 del citato decreto-legge n. 63 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 90 del 2013, nei limiti di spesa previsti per ciascun intervento di efficientamento energetico previsti dalla legislazione vigente e a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi di cui al comma 1.

Gli interventi dovranno garantire un miglioramento energetico di almeno due classi come certificato da un Attestato di Prestazione Energetica (APE) da redigersi prima e dopo l’intervento.

Inoltre gli interventi dovranno essere asseverati da termotecnici abilitati che dovranno inviare all’ENEA la relativa documentazione / pratica.

Si riporta per completezza il testo del decreto legge DL Rilancio:

1. La detrazione di cui all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, si applica nella misura del 110 per cento, per le spese documentate e rimaste a carico del contribuente, sostenute dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo,
nei seguenti casi:
a) interventi di isolamento termico delle superfici opache verticali e orizzontali che interessano l’involucro dell’edificio con un’incidenza superiore al 25 per cento della superficie disperdente lorda dell’edificio medesimo. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 60.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio.
I materiali isolanti utilizzati devono rispettare i criteri ambientali minimi di cui al
decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare 11 ottobre 2017, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale del 6 novembre 2017.
b) interventi sulle parti comuni degli edifici per la sostituzione degli impianti di
climatizzazione invernale esistenti con impianti centralizzati per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a condensazione, con efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal regolamento delegato (UE) n.
811/2013 della Commissione del 18 febbraio 2013, a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 moltiplicato per il numero delle unità immobiliari che compongono l’edificio ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito;
c) interventi sugli edifici unifamiliari per la sostituzione degli impianti di
climatizzazione invernale esistenti con impianti per il riscaldamento, il raffrescamento o la fornitura di acqua calda sanitaria a pompa di calore, ivi inclusi gli impianti ibridi o geotermici, anche abbinati all’installazione di impianti fotovoltaici di cui al comma 5 e relativi sistemi di accumulo di cui al comma 6, ovvero con impianti di microcogenerazione. La detrazione di cui alla presente lettera è calcolata su un ammontare complessivo delle spese non superiore a euro 30.000 ed è riconosciuta anche per le spese relative allo smaltimento e alla bonifica dell’impianto sostituito.
2. L’aliquota prevista al comma 1 si applica anche a tutti gli altri interventi di efficientamento energetico di cui all’articolo 14 del citato decreto-legge n. 63 del 2013, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 90 del 2013, nei limiti di spesa previsti per ciascun intervento di efficientamento energetico previsti dalla legislazione vigente e a condizione che siano eseguiti congiuntamente ad almeno uno degli interventi di cui al comma 1.
3. Ai fini dell’accesso alla detrazione, gli interventi di cui ai commi 1 e 2 rispettano i requisiti minimi previsti dai decreti di cui al comma 3-ter dell’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto. e, nel loro complesso,
devono assicurare, anche congiuntamente agli interventi di cui ai commi 5 e 6, il miglioramento di almeno due classi energetiche dell’edificio, ovvero se non possibile, il conseguimento della classe energetica più alta, da dimostrare mediante l’attestato di
prestazione energetica (A.P.E), di cui all’articolo 6 del decreto legislativo 19 agosto 2005, n. 192, ante e post intervento, rilasciato da tecnico abilitato nella forma della dichiarazione asseverata.
4. Per gli interventi di cui ai commi 1-bis, 1-quater, 1-quinquies e 1-septies dell’articolo 16 del decreto-legge n. 63 del 2013, l’aliquota delle detrazioni spettanti è elevata al 110 per cento per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021. Per gli interventi di cui al primo periodo, in caso di cessione del corrispondente credito ad un’impresa di assicurazione e di contestuale stipula di una polizza che copre il rischio di eventi calamitosi, la detrazione
prevista nell’articolo 15, comma 1, lettera f-bis), del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986 n. 917, spetta nella misura del 90 per cento. Le disposizioni di cui al primo e al secondo periodo non si applicano agli edifici ubicati in zona sismica 4 di cui all’ordinanza del Presidente del Consiglio dei ministri n. 3274 del 20 marzo 2003, pubblicata nel supplemento ordinario n. 72 alla Gazzetta
Ufficiale n. 105 dell’8 maggio 2003.
5. Per l’installazione di impianti solari fotovoltaici connessi alla rete elettrica su edifici ai sensi dell’articolo 1, comma 1, lettere a), b), c) e d) del decreto del Presidente della Repubblica 26 agosto 1993, n. 412, la detrazione di cui all’articolo 16-bis, comma 1 del testo unico delle imposte sui redditi di cui al decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, spetta, per le spese sostenute dal 1° luglio 2020 al 31 dicembre 2021, nella misura del 110 per cento, fino ad un ammontare complessivo delle stesse spese non superiore a euro 48.000 e comunque nel limite di spesa di euro 2.400 per ogni kW di potenza nominale dell’impianto solare fotovoltaico, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, sempreché l’installazione degli impianti sia eseguita congiuntamente ad uno degli interventi di cui ai commi 1 o 4. In caso di interventi di cui all’articolo 3, comma 1, lettere d), e) ed f), del decreto del Presidente della Repubblica 6 giugno 2001, n. 380, il
predetto limite di spesa è ridotto ad euro 1.600 per ogni kW di potenza nominale.
6. La detrazione di cui al comma 5 è riconosciuta anche per l’installazione contestuale o successiva di sistemi di accumulo integrati negli impianti solari fotovoltaici agevolati con la detrazione di cui al medesimo comma 5, alle stesse condizioni negli stessi limiti di importo e ammontare complessivo e comunque nel limite di spesa di euro 1.000 per ogni kWh di
capacità di accumulo del sistema di accumulo.
7. La detrazione di cui ai commi 5 e 6 non è cumulabile con altri incentivi pubblici e altre forme di agevolazione di qualsiasi natura previste dalla normativa europea, nazionale e regionale, compresi i fondi di garanzia e di rotazione di cui all’articolo 11, comma 4, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28.
8. La detrazione di cui ai commi 5 e 6 è subordinata alla cessione in favore del GSE dell’energia non auto-consumata in sito e non è cumulabile con altri incentivi pubblici o altre forme di agevolazione di qualsiasi natura previste dalla normativa europea, nazionale e regionale, compresi i fondi di garanzia e di rotazione di cui all’articolo 11, comma 4, del decreto legislativo 3 marzo 2011, n. 28, e gli incentivi per lo scambio sul posto di cui all’articolo 25-bis del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito, con modificazioni,
dalla legge 11 agosto 2014, n. 116.
9. Per l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici, la detrazione di cui all’articolo 16-ter del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, è riconosciuta nella misura del 110 per cento, da ripartire tra gli aventi diritto in cinque quote annuali di pari importo, sempreché l’installazione sia eseguita congiuntamente ad uno degli interventi di cui ai commi 1 .
10. Le disposizioni contenute nei commi da 1 a 9 si applicano agli interventi effettuati dai condomini, nonché, sulle singole unità immobiliari adibite ad abitazione principale, dalle persone fisiche al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, salvo quanto previsto al comma 11, dagli Istituti autonomi case popolari (IACP) comunque denominati nonché dagli enti aventi le stesse finalità sociali dei predetti Istituti, istituiti nella forma di società che rispondono ai requisiti della legislazione europea in materia di “in house
providing” per interventi realizzati su immobili, di loro proprietà ovvero gestiti per conto dei comuni, adibiti ad edilizia residenziale pubblica, nonché dalle cooperative di abitazione a proprietà indivisa per interventi realizzati su immobili dalle stesse posseduti e assegnati in godimento ai propri soci.
11. Le disposizioni contenute nei commi da 1 a 3 non si applicano alle spese sostenute dalle persone fisiche, al di fuori dell’esercizio di attività di impresa, arti e professioni, in relazione a interventi effettuati su edifici unifamiliari diversi da quello adibito ad abitazione principale.
12. Agli interventi previsti dal presente articolo si applicano le disposizioni previste dall’articolo (da def) in materia di opzione per la cessione o sconto dell’importo corrispondente alla detrazione.
13. Ai fini dell’opzione per la cessione o per lo sconto di cui al comma 12, il contribuente richiede il visto di conformità dei dati relativi alla documentazione che attesta la sussistenza dei presupposti che danno diritto alla detrazione d’imposta per gli interventi di cui al presente articolo. Il visto di conformità è rilasciato ai sensi dell’articolo 35 del decreto legislativo 9
luglio 1997, n. 241, dai soggetti indicati alle lettere a) e b), del comma 3 dell’articolo 3 del decreto del Presidente della Repubblica 22 luglio 1998, n. 322, e dai responsabili dell’assistenza fiscale dei centri costituiti dai soggetti di cui all’articolo 32 dello stesso decreto legislativo n. 241 del 1997.
14. I dati relativi all’opzione sono comunicati esclusivamente in via telematica secondo quanto disposto con provvedimento del direttore dell’Agenzia delle entrate, che definisce anche le modalità attuative del presente articolo, da adottare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore del presente decreto.
15. Ai fini dell’opzione per la cessione o per lo sconto di cui al presente articolo:
a) per gli interventi di cui ai commi 1, 2 e 3 del presente articolo, i tecnici abilitati asseverano il rispetto dei requisiti previsti dai decreti di cui al comma 3-ter dell’articolo 14 del decreto legge n. 63 del 2013 e la corrispondente congruità delle spese sostenute in relazione agli interventi agevolati. Una copia dell’asseverazione viene trasmessa esclusivamente per via
telematica all’ Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo economico sostenibile (ENEA). Con decreto del Ministro dello sviluppo economico da emanare entro trenta giorni dalla data di entrata in vigore della legge di conversione del presente decreto, sono stabilite le modalità di trasmissione della suddetta asseverazione e le relative modalità
attuative;
b) per gli interventi di cui al comma 4, l’efficacia degli stessi finalizzati alla riduzione del rischio sismico è asseverata dai professionisti incaricati della progettazione strutturale, direzione dei lavori delle strutture e collaudo statico secondo le rispettive competenze professionali, e iscritti ai relativi Ordini o Collegi professionali di appartenenza, in base alle disposizioni di cui al decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti 28 febbraio 2017, n. 58. I professionisti incaricati attestano, altresì, la corrispondente congruità delle
spese sostenute in relazione agli interventi agevolati.
Salvo che Ferma l’applicazione delle sanzioni penali ove il fatto costituisca reato, ai soggetti che rilasciano attestazioni e asseverazioni infedeli si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da euro (da definire) ad euro (da definire). I soggetti stipulano una polizza di assicurazione della responsabilità civile, con massimale adeguato al numero delle attestazioni o asseverazioni rilasciate e agli importi degli interventi oggetto delle predette attestazioni o asseverazioni e, comunque, non inferiore a (n da definire) milioni di euro, al fine di garantire ai propri clienti il risarcimento dei danni eventualmente provocati dall’attività prestata e al bilancio dello Stato. La non veridicità delle attestazioni o asseverazioni comporta la decadenza dal beneficio. Si applicano le disposizioni della legge 24 novembre 1981, n 689.
L’organo addetto al controllo sull’osservanza della presente disposizione ai sensi dell’articolo 14 della legge 24 novembre 1981, n. 689, è individuato nel Ministero dello sviluppo economico.
17. Rientrano tra le spese detraibili per gli interventi di cui al presente articolo quelle sostenute per il rilascio delle attestazioni e delle asseverazioni di cui ai commi 3 e 15 e del visto di conformità di cui al comma 11.

 

Con l’articolo relativo all’efficienza energetica del Decreto Legge DL Rilancio si provvede a incrementare al 110% l’aliquota di detrazione spettante a fronte di specifici interventi in ambito di efficienza energetica, riduzione del rischio sismico, installazione di impianti fotovoltaici e installazione di colonnine per la ricarica di veicoli elettrici, con riferimento alle spese sostenute dal 1°luglio 2020 al 31 dicembre 2021 prevedendo al tempo stesso la fruizione della detrazione in 5 rate di pari importo.

In particolare:
– la disposizione del comma 1 – ponendosi in deroga all’articolo 14 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, prevede una detrazione pari al 110% delle spese relative a specifici interventi di efficienza energetica degli edifici sostenute dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre 2021. La medesima aliquota di detrazione spetta, ai sensi del comma 2, anche con riferimento agli interventi indicati nel citato articolo 14 del DL 63 del 2013, nel caso in cui gli stessi siano effettuati congiuntamente a quelli indicati nel comma 1;
– il comma 3 indica i requisiti tecnici minimi da rispettare ai fini della spettanza della detrazione con riferimento agli interventi di ecobonus di cui ai commi 1 e 2;
– nel comma 4 si prevede, in deroga all’articolo 16 del decreto-legge 4 giugno 2013, n. 63, convertito, con modificazioni, dalla legge 3 agosto 2013, n. 90, una detrazione pari al 110% delle spese relative a specifici interventi antisismici sugli edifici, sostenute dal 1° luglio 2020 e fino al 31 dicembre
2021. Ciò sempreché sia contestualmente stipulata una polizza assicurativa a copertura del rischio di eventi calamitosi;
– nei commi 5 e 6 si estende la spettanza della detrazione nella misura del 110 % anche agli interventi di installazione di specifici impianti fotovoltaici e accumulatori ad essi integrati, effettuati dal 1°luglio 2020 al 31 dicembre 2021. La maggiorazione dell’aliquota di detrazione compete solo nel caso in cui i predetti interventi siano effettuati congiuntamente a quelli indicati nel comma 4. Con il successivo comma 7 è previsto, inoltre, che la fruizione della detrazione è subordinata alla cessione in favore del GSE dell’energia non autoconsumata in sito;
– la disposizione contenuta nel comma 8 riconosce la detrazione del 110 per cento anche per le spese sostenute, congiuntamente con uno degli interventi di cui ai commi 1 e 4, per l’installazione di infrastrutture per la ricarica di veicoli elettrici negli edifici.
Con i commi 9 e 10 si stabilisce l’ambito applicativo delle nuove norme con riferimento ai destinatari delle stesse. In particolare, nel comma 9 è previsto che le disposizioni dei commi da 1 a 8 si applicano alle persone fisiche non nell’esercizio di imprese, arti o professioni – salvo quanto disposto nel
comma 10 -, ai condomini e agli IACP mentre nel comma 10, con riferimento agli interventi di ecobonus di cui ai commi 1 e 3, si specifica che la detrazione con aliquota del 110 per cento non spetta se le spese si riferiscono a interventi su edifici unifamiliari non adibiti ad abitazione principale.

 

Requisiti bonus facciate, verifiche e specifiche termotecniche

Bonus facciate, requisiti e verifiche di legge

Cappotto termico e bonus facciate 90%

Il bonus facciate 2020 è un nuovo incentivo fiscale dedicato al rifacimento delle facciate degli edifici ubicati nelle zone classificate da un punto di vista urbanistico come A e B del nostro paese.

Il bonus facciate è disponibile per tutte le spese relative a interventi finalizzati al recupero o restauro della facciata esterna di edifici già esistenti, parti di essi, o su unità immobiliari esistenti di qualsiasi categoria catastale, compresi quelli strumentali.

La detrazione relativa al bonus facciate è ripartita in 10 rate annuali e l’aliquota è molto alta, ossia del 90% detraibile da IRPEF o IRES, quindi la misura è disponibile sia per le persone fisiche, privati che per le aziende che pagano l’IRES.

Interventi incentivati con il Bonus Facciate

La detrazione del 90% spetta per i seguenti interventi effettuati sulla facciata:

  • di sola pulitura o tinteggiatura esterna sulle strutture opache della facciata
  • su balconi, ornamenti o fregi, ivi inclusi quelli di sola pulitura o tinteggiatura
  • sulle strutture opache della facciata influenti dal punto di vista termico o che
    interessino oltre il 10% dell’intonaco della superficie disperdente lorda complessiva dell’edificio

Bonus facciate e isolamento termico (cappotto termico)

In particolare la terza opzione apre la strada all’incentivazione degli interventi di isolamento termico a cappotto che spesso vengono eseguiti in concomitanza del rifacimento delle facciate ma che con questa nuova legge possono essere effettuati e incentivati con il nuovo Bonus Facciate.

La realizzazione di un isolamento termico della facciata con un cappotto termico è quindi adesso possibile usufruendo del bonus facciate al 90% senza limiti di spesa e con detrazione ripartita in 10 anni.

Sono altresì detraibili le seguenti spese accessorie:

  • le spese per i materiali, la progettazione e le altre prestazioni
    professionali connesse e richieste dal tipo di lavori (progetti pratiche APE ecc…)
  • gli altri eventuali costi strettamente collegati alla realizzazione degli interventi ( le spese relative all’installazione di ponteggi, allo smaltimento dei materiali tasse e diritti per la richiesta di titoli abitativi edilizi, occupazione del suolo pubblico e oneri accessori).

Requisiti, adempimenti e regole per accedere al Bonus Facciate

Per usufruire del bonus facciate è necessario seguire alcuni adempimenti e specifiche tecniche tra le quali si ricorda:

  • Pagamenti tramite bonifico parlante (come per Bonus Casa o Ecobonus)
  • Chiedere ed ottenere tutte le pratiche edilizie necessarie richieste dalla normativa edilizia ed urbanistica (ad es. SCIA). Qualora la normativa edilizia locale e nazionale non prevedano alcun titolo abilitativo, occorre predisporre una dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà, in cui sia indicata la data di inizio dei lavori ed attestata la circostanza che gli interventi posti in essere rientrano tra quelli agevolabili.
  • Per gli interventi di realizzazione di un cappotto termico (sistema di isolamento termico a cappotto per il risparmio energetico) per il quale si richiede il bonus facciate è necessario predisporre la pratica ex Legge 10/91 per l’isolamento termico dell’edificio ai sensi del DM 26/6/2015 requisiti minimi. Tale pratica va predisposta prima di eseguire l’intervento e il termotecnico progettista (ad es. ingegnere) dovrà presentare tale pratica al Comune di appartenenza in concomitanza della pratica edilizia.
  • Per ottenere il bonus facciate sugli interventi di risparmio energetico (isolamento termico a cappotto) occorre inoltre una asseverazione timbrata da un tecnico abilitato (ad es. ingegnere)
  • Per richiedere il bonus facciate 2020 per l’isolamento termico a cappotto occorre inoltre predisporre un APE (Attestato di Prestazione Energetica) e il relativo protocollo alla Regione di appartenenza.

Invio della pratica con comunicazione ENEA per bonus facciate

Al fine di ottenere i benefici relativi al bonus facciate 2020, se l’intervento è stato eseguito al fine di conseguire un risparmio energetico tramite isolamento termico a cappotto la normativa prevede l’invio della pratica ENEA come per l’ecobonus.

In particolare come riportato nella guida redatta dall’Agenzia delle Entrate:

“Solo per gli interventi di efficienza energetica deve essere inviata all’Enea, entro 90 giorni dalla fine dei lavori, la scheda descrittiva relativa agli interventi realizzati. ”

A chi rivolgersi per il bonus facciate

Come si può comprendere leggendo la normativa relativa a questo nuovo incentivo occorrerà sicuramente rivolgersi a uno studio tecnico professionale per ottenere i permessi o le licenze edilizie eventualmente necessarie.

IMPORTANTE:

Nel caso in cui si richieda il bonus facciate per la realizzazione di un isolamento termico a cappotto occorrerà rivolgersi a un termotecnico professionista al fine di progettare la stratigrafia dell’intervento, verificare che l’isolamento termico sia sufficiente per rientrare nelle specifiche di legge richieste dal decreto requisiti minimi (che attenzione sono molto restrittive in quanto a trasmittanza termica richiesta), predisporre la pratica ex Legge 10/91 e la relazione tecnica DM 26/6/2015 (requisiti minimi), asseverazione finale, APE e comunicazione pratica ENEA bonus facciate.

Consulenza progetti e pratiche bonus facciate

Studio tecnico e termotecnico Luminance.it:

Progetti e pratiche per bonus facciate, ENEA, requisiti minimi.

 

Tabella sintesi invio pratiche ENEA

Comunicazione ENEA 2020, detrazioni ecobonus, bonus casa ristrutturazioni, bonus facciate

Con la legge di bilancio sono stati prorogati e integrati per il 2020 gli interventi per cui è possibile usufruire dei vari bonus e incentivi fiscali previsti per ristrutturazione, ecobonus, bonus casa, bonus facciate.

Al fine di semplificare la descrizione delle varie opzioni, abbiamo realizzato, in collaborazione con lo studio tecnico e termotecnico Luminance Progetti di Firenze, una tabella di sintesi con i vari interventi oggetto di incentivi fiscali e gli adempimenti relativi alla comunicazione della pratica ENEA nei vari casi.

Scarica qui di seguito la tabella in formato pdf:

Tabella di sintesi per invio pratica ENEA

infografica_invio_pratica_enea_2020

Se hai eseguito un intervento che può accedere agli incentivi Bonus Casa, oppure Ecobonus o Bonus Facciate e devi provvedere agli adempimenti di legge inerenti la comunicazione ENEA puoi rivolgerti allo studio tecnico e termotecnico Luminance.it:

Servizio telematico: Invio pratica ENEA on-line, serviamo tutta italia.

Rinnovo detrazioni e pratiche ENEA 2020

Proroga degli incentivi Bonus Casa ed Ecobonus per il 2020

Con la nuova legge di bilancio sono stati prorogati anche per l’anno 2020 gli incentivi per chi effettua lavori di ristrutturazione e di miglioramento dell’efficienza energetica degli immobili.

Più in particolare  con la legge nr. 160 del 27 dicembre 2010 sono stati riconfermati i principali bonus relativi ai lavori effettuati sugli immobili. Rimane l’obbligo di legge di effettuare l’invio della pratica ENEA per alcuni interventi. Tale pratica è poi normalmente richiesta dai CAF per poter procedere con le detrazioni in fase di dichiarazione dei redditi. Gli incentivi variano dal 50% al 65% a seconda degli interventi effettuati. Per un approfondimento sui vari interventi e le relative percentuali da portare in detrazione si rimanda ai numerosi articoli giù pubblicati su questo sito.

I commi 70 e 176 dell’art. 1 sono dedicati alla modifica del meccanismo della cessione del credito con sconto in fattura che viene riservato solo a interventi di una certa rilevanza per il 2020, il comma 175 riporta invece la proroga al 2020 degli incentivi già presenti nel 2019 (Bonus casa ed Ecobonus).

La pratica ENEA è richiesta nel 2020 per tutti gli interventi che beneficiano dell’Ecobonus ai sensi della Legge 296/06 e per gli interventi di ristrutturazione che comportano un  miglioramento dell’efficienza energetica (Bonus casa) ai sensi dell’ Art. 16 bis del DPR 917/86. Si ricorda che la preparazione e l’invio della pratica ENEA è un adempimento di legge da eseguire entro 90 giorni dalla fine dei lavori / collaudo.

A chi rivolgersi per la preparazione e l’invio della pratica ENEA 2020

Per l’invio della pratica ENEA si consiglia di rivolgersi a professionisti del settore al fine di evitare errori o ritardi. Per chi vuole procedere con la pratica ENEA on-line è possibile rivolgersi al nostro studio che serve tutta italia via e-mail in tempi brevi e a costi contenuti, per informazioni o preventivi visitate la pagina informativa su servizio: informazioni invio pratiche ENEA 2020.

Riscaldamento, raffrescamento e produzione ACS con pompe di calore.

Gli impianti di climatizzazione invernale ed estiva a pompa di calore

Da molti decenni ormai scienziati e ricercatori di tutto il mondo pubblicano risultati allarmanti circa il riscaldamento globale (Global Warming) e le emissioni di CO2 in atmosfera. Negli ultimi anni recenti ricerche hanno mostrato, con dati numerici ed analisi certe, che il fenomeno è in costante crescita e le variazioni climatiche diverranno ben presto incompatibili con la vita in molte zone geografiche.

Eppure gli appelli della scienza sono rimasti in gran parte inascoltati. Le politiche dei vari Stati stanno solo adesso recependo timidamente le indicazioni degli esperti circa le riduzioni delle emissioni della CO2. Forse troppo tardi.

A livello tecnico e ingegneristico possiamo intervenire in maniera importante nel processo di riduzione delle emissioni di gas serra puntando tutto sul risparmio energetico e l’utilizzo di fonti di energia rinnovabili. Ad oggi non abbiamo però molti strumenti e tecnologie mature abbastanza per un impiego massivo.

Una valida alternativa all’utilizzo di fonti di energia fossili (che d’ora in avanti dovranno rimanere il più possibile dove si trovano, ossia sotto terra) è l’impiego di macchine basate sul ciclo dei gas cosiddetti refrigeranti, cioè le macchine in pompa di calore. Tali macchine sono in grado di “spostare” il calore dall’esterno verso gli ambienti da climatizzare al fine di creare quelle condizioni di temperatura a noi favorevoli che chiamiamo “comfort”.

In estate, tramite un ciclo termico inverso, tali macchine sono in grado di raffrescare gli ambienti in cui viviamo (case, uffici, negozi, laboratori, ecc…) spostando all’esterno il calore in eccesso.

Impianti con pompa di calore aria-acqua

Questa tipologia di impianto è costituita da una macchina esterna (motocondensante) in grado di generare acqua calda o fredda da inviare ai terminali di emissione. Il fluido vettore, in questo caso l’acqua, circola all’interno dei locali da climatizzare trasferendo l’energia necessaria al fine di riscaldare o raffrescare gli ambienti. I terminali di emissione possono essere dei fan-coil (ventilconvettori) ad acqua, pannelli radianti (a pavimento o a parete/soffitto) oppure anche radiatori opportunamente dimensionati in base ai carichi termici di progetto. Negli ultimi mesi molte case produttrici propongono questo tipo di soluzione in pompa di calore come alternativa all’utilizzo di caldaie e generatori a gas/gpl/gasolio. Questo tipo di impianto permette di ottenere delle valide prestazioni energetiche contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 rispetto a tipologie più tradizionali basate su combustione.

Impianti con pompa di calore aria-aria

Questo tipo di impianti rappresenta l’evoluzione dei normali e “buon vecchi” condizionatori. Il sistema è normalmente costituito da un’unità esterna e da unità interne ad espansione diretta che possono essere di tipo split a parete, split a pavimento (tipo fan-coil) oppure di tipo canalizzabili. Questa ultima soluzione permette di realizzare impianti con diffusione di aria trattata tramite griglie di distribuzione incassate che permettono di raggiungere i vari locali e ambienti dell’edificio. Anche questo tipo di impianto permette di ottenere delle valide prestazioni energetiche contribuendo a ridurre le emissioni di CO2 rispetto a tipologie più tradizionali basate su combustione. Le odierne macchine presentano infatti coefficienti di prestazione molto alti (COP) ottenendo una buona quantità di energia da fonte rinnovabile (aria/ambiente esterno).

Produzione di acqua calda tramite pompa di calore

Le macchine in pompa di calore permettono anche di produrre l’acqua calda (ACS, acqua calda sanitaria) per i servizi degli edifici (sanitari, docce, vasche, ecc…). Oramai da alcuni mesi è possibile scegliere tra una vasta gamma di prodotti validi e ben collaudati delle principali marche del settore. Questi sistemi sono costituiti da un accumulo (o bollitore) che contiene la necessaria quantità di acqua per i servizi richiesti dalle utenze. Il calore necessario per portare a temperatura il fluido e per garantire la giusta disponibilità è fornito da una macchina a pompa di calore che può essere integrata sopra il boiler stesso oppure splittata all’esterno dei locali. In entrambi i casi si raggiungono dei buoni valori di efficienza energetica (COP) che permettono di produrre acqua calda con una minore quantità di emissione di CO2 in ambiente.

Progetto di impianti con pompe di calore

La progettazione degli impianti a pompa di calore deve essere affidata a professionisti termotecnici in grado di eseguire i calcoli termici necessari al fine di dimensionare in maniera corretta le varie componenti dell’impianto di climatizzazione. La sostituzione di un vecchio impianto basato su caldaie o altri generatori di vecchio stampo con una nuova impiantistica a pompa di calore deve essere progettata in base a calcoli ben precisi che coinvolgono la valutazione dell’involucro dell’edificio e delle sue caratteristiche termotecniche.

A chi rivolgersi

Per Firenze, Pistoia, Prato, Lucca è possibile rivogersi a:

Studio tecnico e termotecnico Luminance Progetti, progetti e calcoli per impianti di climatizzazione invernale ed estiva, pratiche per incentivi statali, ecobonus e risparmio energetico, APE.

Piazza della Indipendenza, 21, Firenze

Attivato l’invio delle pratiche ENEA per le ristrutturazioni

Invio pratica ENEA (detrazioni del 50%) per gli interventi di ristrutturazione

ENEA ristrutturazioni

Come indicato nella legge di bilancio 2018 è stata attivata dall’ENEA la procedura per l’invio delle pratiche relative  alle detrazioni fiscali del 50% ai sensi dell’art.16 bis del D.P.R. 917/86 e s.m.i T.U.I.R.  per edifici di tipo residenziale (da non confondere con gli incentivi di tipo ecobonus / riqualificazione energetica introdotti dalla legge finanziaria).

E’ quindi diventato obbligatorio l’invio della pratica ENEA anche per gli interventi di ristrutturazione edilizia e altri interventi di tipo impiantistico che conseguono un risparmio energetico.

In particolare, secondo quanto comunicato dall’ENEA, è obbligatorio l’invio della pratica per i seguenti interventi:

  • riduzione della trasmittanza delle pareti verticali che delimitano gli ambienti riscaldati dall’ esterno, dai vani freddi e dal terreno;
  • riduzione delle trasmittanze delle strutture opache orizzontali e inclinate (coperture) che delimitano gli ambienti riscaldati dall’esterno e dai vani freddi
  • riduzione della trasmittanza termica dei pavimenti che delimitano gli ambienti riscaldati dall’ esterno, dai vani freddi e dal terreno
  • riduzione della trasmittanza dei serramenti comprensivi di infissi che delimitano gli ambienti riscaldati dall’ esterno e dai vani freddi
  • installazione di collettori solari (solare termico) per la produzione di acqua calda sanitaria e/o il riscaldamento degli ambienti
  • sostituzione di generatori di calore con caldaie a condensazione per il riscaldamento degli ambienti (con o senza produzione di acqua calda sanitaria) o per la sola produzione di acqua calda per una pluralità di utenze ed eventuale adeguamento dell’impianto
  • sostituzione di generatori con generatori di calore ad aria a condensazione ed eventuale adeguamento dell’impianto
  • pompe di calore per climatizzazione degli ambienti ed eventuale adeguamento dell’impianto
  • sistemi ibridi (caldaia a condensazione e pompa di calore) ed eventuale adeguamento dell’impianto
  • micro cogeneratori (Pe<50kWe)
  • scaldacqua a pompa di calore
  • generatori di calore a biomassa
  • installazione di sistemi di contabilizzazione del calore negli impianti centralizzati per una pluralità di utenze
  • installazione di sistemi di termoregolazione e building automation
  • installazione di impianti fotovoltaici

Inoltre:

  • Elettrodomestici (forno, frigorifero, lavastoviglie, piano cottura elettrico, lavasciuga, lavatrice) se abbinati a lavori edilizi

Molti degli interventi proposti, in particolare quelli che riguardano la parte impiantistica, vengono incentivati con questo tipo di detrazione anche se non rappresentano in realtà dei veri e propri interventi di ristrutturazione intesi come lavori edili ma portano ad un risparmio energetico.

Per edifici di tipo non residenziale è possibile usufruire degli incentivi di tipo Ecobonus (detrazioni del 50% / 65% a seconda dei casi). A tal proposito si legga la nostra scheda: ecobonus e detrazioni 2018

A chi rivolgersi:

Per la preparazione e l’invio della pratica ENEA è possibile rivolgersi a Studio tecnico e termotecnico Luminance ® Progetti

Procedura on-line per linvio della pratica ENEA, tutta Italia.

Richiedi subito un preventivo senza impegno:

Richiesta preventivo per pratica ENEA

Richiesta preventivo per pratica ENEA

Richiesta pratica e comunicazione ENEA:

>> Invio pratica ENEA per detrazioni fiscali

 

Invio ENEA per ristrutturazione

Invio pratica ENEA per detrazioni 50% interventi di ristrutturazione (bonus casa)

Invio pratica ENEA per ristrutturazione

La legge di bilancio 2018 è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale numero 302 del 29.12.2017 (Legge 27.12.2017 n.205).

Il testo di legge ha modificato in parte l’assetto e le percentuali di incentivo per alcuni interventi che conseguono un risparmio energetico.

Tale nuovo testo di legge ha inoltre introdotto un nuovo adempimento in relazione agli incentivi statali riguardanti gli interventi di ristrutturazione edilizia (detrazioni 50%) e l’installazione di alcuni tipi di impianti e/o utilizzo di fonti di energia rinnovabili.

In particolare diviene obbligatorio l’invio di una pratica all’ENEA per gli interventi di ristrutturazione che portano al conseguimento di un risparmio energetico. A tal proposito si ricorda che questi interventi non sono quelli riconducibili all’Eco-bonus / risparmio energetico (65%-50%) ma sono gli interventi che godono dell’incentivo del 50% (ex 36%) per i quali è stato introdotto questo nuovo adempimento. (art. 16-bis del TUIR, DPR 917/86 e s.m.i.)

Al momento non è ancora possibile procedere con la preparazione e l’invio di questa pratica ENEA in quanto non è stato ancora attivato il software operativo, per cui i 90 giorni di tempo per l’invio decorreranno da quando sarà attivato il sistema informatico che viene gestito dall’ENEA anche per gli interventi che sono stati eseguiti durante l’anno.

Il sistema è attualmente in fase di test. Presumibilmente si potrà procedere dal mese di Settembre, ma non abbiamo al momento alcuna data certa.

A chi rivolgersi per l’invio della pratica ENEA per le ristrutturazioni

Studio tecnico Luminance (r), disbrigo e invio pratiche ENEA, servizio telematico per tutta Italia.

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Gestione e invio pratiche ENEA per detrazioni fiscali in ecobonus e interventi di ristrutturazione, per contatti e informazioni seguire il link sottostante:

Invio pratica ENEA interventi di ristrutturazione

 

Pratica ENEA per ristrutturazione

Detrazioni fiscali per ristrutturazione: invio pratica ENEA nel 2018

ENEA ristrutturazioni

Fino al 2017 la pratica ENEA è stata necessaria per ottenere le detrazioni fiscali per risparmio energetico (incentivi fiscali ecobonus), la percentuale di detrazione era fissata al 65% per tali tipologie di interventi poi scesa al 50% in alcuni casi dal 1 Gennaio 2018.

Con la nuova legge di bilancio 2018 l’invio della pratica ENEA è diventato obbligatorio anche per gli interventi di ristrutturazione (detrazioni 50% per ristrutturazione edilizia, ex 36%) infatti è stato introdotto tale adempimento “al fine di effettuare il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi di cui al presente articolo, in analogia a quanto già previsto in materia di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, sono trasmesse per via telematica all’ENEA le informazioni sugli interventi effettuati“.

Ad oggi però non è stato ancora reso disponibile il servizio on-line per procedere con l’invio della pratica ENEA per interventi di ristrutturazione, nè è stato chiarito quali informazioni devono essere fornite con l’invio della pratica nè quali sono le tempistiche da rispettare.

A tale proposito si riporta qui di seguito una comunicazione ENEA in merito.

In relazione alla novità introdotta dalla legge di bilancio 2018 sulla trasmissione degli interventi di ristrutturazione edilizia, (al fine di effettuare il monitoraggio e la valutazione del risparmio energetico conseguito a seguito della realizzazione degli interventi di cui al presente articolo, in analogia a quanto già previsto in materia di detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica degli edifici, sono trasmesse per via telematica all’ENEA le informazioni sugli interventi effettuati), l’ENEA è in attesa di specifiche indicazioni da parte delle istituzioni di riferimento sulla tipologia di interventi per i quali occorre procedere alla comunicazione, le informazioni e i dati che devono essere trasmessi, le modalità e le relative tempistiche da rispettare. Non appena ricevute le indicazioni necessarie, l’Agenzia predisporrà il sistema informativo per consentire agli utenti la trasmissione dei dati e ne darà la più ampia comunicazione possibile al pubblico. Tenuto conto che l’obiettivo della legge è il monitoraggio energetico, l’ENEA ritiene che la trasmissione dei dati debba avvenire solamente per gli interventi che comportano riduzione dei consumi energetici o utilizzo delle fonti rinnovabili di energia, tipicamente quelli previsti dal DPR 917/86, art. 16.bis, lettera h.

Presto vi daremo notizie più precise su questo nuovo adempimento che riguarderà un numero importante di interventi ristrutturazione al fine di ottenere le detrazioni fiscali.

A chi rivolgersi:

Si ricorda inoltre che alla pagina relativa all’invio della pratica ENEA curata dallo Studio tecnico Luminance (c) è possibile inoltrare la propria richiesta agli specialisti on-line al fine di evadere le pratiche per via telematica.

Richiedi subito un preventivo senza impegno per la pratica ENEA:

Richiesta preventivo per pratica ENEA

Per ulteriori informazioni cliccare sul link seguente:

Invio pratica e comunicazione ENEA 

Le detrazioni fiscali per risparmio energetico: aggiornamenti per il 2018

Ecobonus per risparmio energetico: Le nuove aliquote per le detrazioni fiscali 2018

Detrazioni fiscali per risparmio energetico 2018

La Legge di Bilancio 2018 ha apportato delle modifiche importanti in relazione alle detrazioni fiscali per risparmio energetico (ecobonus). Il sistema di incentivazione basato sulle detrazioni fiscali è in vigore da molti anni nel nostro Paese e principalmente si sono affermate due linee principali di indirizzo: le detrazioni per ristrutturazioni (ex 36%) poi portate al 50% e le detrazioni per interventi che mirano a conseguire un risparmio energetico. Per quest’ultime nel 2017 la percentuale detraibile era fissata al 65% per i vari tipi di intervento ma la Legge di bilancio 2018 ha modificato le aliquote differenziando il rimborso in base alla specifica tipologia. Vediamo quindi quali sono gli interventi incentivati e le aliquote valide per le detrazioni fiscali ecobonus:

Indice:

  • Interventi che godono della detrazione al 50%
  • Interventi che godono della detrazione al 65%
  • Interventi che godono della detrazione al 70%
  • Interventi che godono della detrazione al 75%
  • Interventi che godono della detrazione al 80%
  • Interventi che godono della detrazione al 85%

Detrazioni del 50%

  • Schermature solari
  • Caldaie alimentate a biomassa (pellet, legna, ecc…)
  • Serramenti ed infissi
  • Caldaie a condensazione di classe A

Detrazioni del 65%

  • Pannelli solari termici
  • Generatori ibridi compatti
  • Microcogenerazione
  • Pompe di calore ad alta efficienza
  • Scaldabagno a pompa di calore
  • Sistemi di Building Automation
  • Isolamento termico dell’involucro, coibentazione
  • Caldaie a condensazione di classe A + Sistemi di termoregolazione evoluti (ad es. regolazione climatica). In più, a nostro avviso, occorre sempre installare anche le valvole termostatiche nei locali dove non vi è una termoregolazione dedicata.

Detrazioni 70%

  • Interventi di tipo condominiale (superficie > 25%)

Detrazioni 75%

  • Interventi di tipo condominiale (superficie > 25% + Classe  media)

Detrazioni 80% – 85%

  • Interventi di tipo condominiale + riduzioni nelle classi di rischio sismico

Ricordiamo che tra gli interventi con aliquote del 50% vi sono anche alcuni tipi di opere agevolabili con l’altro sistema di incentivazione, cioè quello relativo al 50% (ex 36%)  per ristrutturazione. Va però osservato che le detrazioni per ristrutturazione sono godibili solo per immobili residenziali da persone fisiche (IRPEF) mentre le detrazioni per risparmio energetico sono rivolte anche a ditte, aziende, professionisti e riguardano anche edifici ad usi diversi, ad es. uffici, capannoni, locali commerciali, ecc…

Per godere dell’incentivo statale per ecobonus occorre seguire le istruzioni e ottemperare alcuni adempimenti, che potete trovare sul sito dell’ENEA, al fine di accedere agli incentivi. Tra le altre cose è necessario inviare una apposita pratica all’ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori e conservare la ricevuta (codice CPID).

Per l’invio della pratica ENEA è possibile rivolgersi a studi tecnici e termotecnici specializzati che potranno fornire la necessaria consulenza anche on-line.

Sistemi di termoregolazione evoluti

Risparmio energetico e termoregolazione evoluta

Le detrazioni fiscali e la termoregolazione evoluta

La nuova legge di bilancio 2018 ha portato delle importanti novità nel settore del risparmio energetico. In particolare gli incentivi del 65% (detrazioni fiscali per efficienza energetica) sono stati mantenuti per la sostituzione dei vecchi generatori con nuove caldaie a condensazione almeno di classe A se l’intervento prevede la contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VIII. (oltre all’installazione delle valvole termostatiche sui radiatori o altri corpi scaldanti)

Per maggiori informazioni relative alle detrazioni fiscali per le caldaie a condensazione e l’installazione dei sistemi di termoregolazione evoluti si rimanda al nostro articolo specifico, che tratta i vari tipi di sensori e termoregolazioni.

Le detrazioni fiscali per le caldaie a condensazione e l’installazione dei sistemi di termoregolazione evoluti

In questo breve articolo riportiamo invece le percentuali di risparmio energetico ottenibile con l’installazione di tali sistemi di termoregolazione:

La Comunicazione della Commissione nell’ambito dell’attuazione del regolamento (UE) n. 813/2013 della Commissione, recante modalità di applicazione della direttiva 2009/125/CE del Parlamento europeo e del Consiglio in merito alle specifiche per la progettazione ecocompatibile degli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente e degli apparecchi di riscaldamento misti, e del regolamento delegato (UE) n. 811/2013 della Commissione, che integra la direttiva 2010/30/UE del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda l’etichettatura indicante il consumo d’energia degli apparecchi per il riscaldamento d’ambiente, degli apparecchi di riscaldamento misti, degli insiemi di apparecchi per il riscaldamento d’ambiente, dispositivi di controllo della temperatura e dispositivi solari e degli insiemi di apparecchi di riscaldamento misti, dispositivi di controllo della temperatura e dispositivi solari

meglio nota come (2014/C 207/02) riporta al suo interno una tabella dove vengono riportate le percentuali di risparmio energetico (stagionale) ottenibile con l’installazione di sistemi di termoregolazione evoluti in base alla classe di appartenenza.

In particolare riportiamo qui sotto le percentuali ottenibili con i dispositivi appartenenti alle classi citate dalla legge di bilancio 2018 al fine di ottenere gli incentivi statali ecobonus (detrazioni fiscali 65%) per le caldaie a condensazione di classe almeno pari alla A.

Classe V: 3%

Classe VI: 4%

Classe VIII: 5%

Richiedi subito un preventivo senza impegno per la preparazione della pratica e la comunicazione ENEA:

Richiesta preventivo per pratica ENEA

Detrazioni caldaie con sistemi di termoregolazione evoluti classi V VI VIII

Come ottenere le detrazioni del 65% per le caldaie a condensazione di classe A con sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI, VIII

La Legge di bilancio 2018 è stata approvata da poco e sono state introdotte alcune modifiche che riguardano anche le detrazioni fiscali per la sostituzione dei vecchi generatori con caldaie a condensazione di classe A e contestuale installazione di sistemi di regolazione evoluti di classe V, VI e VIII.

Ma cosa sono questi sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI o VIII ?

La novità introdotta riguarda appunto la differenziazione tra gli interventi di sola sostituzione di caldaia con una a condensazione di classe almeno pari alla classe A e gli interventi che prevedono anche la messa in opera di sistemi evoluti per la regolazione della temperatura negli ambienti serviti dal generatore a condensazione installato.

Vediamo adesso cosa sono questi sistemi evoluti di termoregolazione e cosa cambia al variare della loro classe.

Indice

  • Sistemi di termoregolazione evoluti di classe V
  • Sistemi di termoregolazione evoluti di classe VI
  • Sistemi di termoregolazione evoluti di classe VIII
  • Termoregolazione e risparmio energetico

Sistemi di termoregolazione evoluti di classe V

Se andiamo a leggere la nuova Legge di bilancio 2018 dove sono state inserite le modifiche riguardanti le detrazioni fiscali per gli interventi di efficienza energetica troviamo la seguente frase:

“La detrazione si applica nella misura del 65 per cento per gli interventi di sostituzione di impianti di climatizzazione invernale con impianti dotati di caldaie a condensazione di efficienza almeno pari alla classe A di prodotto prevista dal citato regolamento delegato (UE) n. 811/2013 e contestuale installazione di sistemi di termoregolazione evoluti, appartenenti alle classi V, VI oppure VIII della comunicazione della Commissione 2014/C 207/02

La nuova caldaia a condensazione che andremo ad installare dovrà quindi essere almeno in classe A di prodotto per avere accesso agli incentivi del 65%, ma non basta. Infatti si introduce anche una ulteriore specifica che riguarda i sistemi di termoregolazione.

Se andiamo a consultare la citata comunicazione della Commissione 2014/C 207/02 troviamo che le definizione dei sistemi evoluti di classe V è la seguente:

“Termostato d’ambiente modulante, destinato all’uso con apparecchi di riscaldamento modulanti: un termostato elettronico ambientale che varia la temperatura del flusso dell’acqua lasciando che l’apparecchio di riscaldamento dipenda dalla deviazione fra la temperatura ambientale misurata e il punto d’analisi del termostato stesso. Il controllo è effettuato modulando l’uscita dall’apparecchio di riscaldamento.”

Il sistema di termoregolazione dovrà dunque controllare la caldaia a condensazione in maniera tale da far variare la temperatura dell’acqua in uscita (mandata) al variare delle condizioni ambientali.

Sistemi di termoregolazione evoluti di classe VI

Per quel che riguarda la classe VI , se andiamo a consultare la citata comunicazione della Commissione 2014/C 207/02 (trascurando la traduzione dall’inglese che a nostro avviso non è proprio chiarissima) troviamo che le definizione dei sistemi di termoregolazione evoluti di classe VI è la seguente:

“Centralina di termoregolazione e sensore ambientale, destinati all’uso con apparecchi di riscaldamento modulanti: un controllo della temperatura del flusso in uscita dall’apparecchio di riscaldamento che varia la temperatura di tale flusso secondo la temperatura esterna e la curva di compensazione atmosferica scelta. Un sensore della temperatura ambientale controlla la temperatura del locale e adegua la sfasatura parallela della curva di compensazione per migliorare l’abitabilità del vano. Il controllo è effettuato modulando l’uscita dell’apparecchio di riscaldamento.”

Si tratta quindi di sistemi elettronici che permettono una regolazione di tipo climatico, ossia basata sulla temperatura esterna e che variano la temperatura dell’acqua in uscita alla caldaia a condensazione considerando la temperatura ambiente e la temperatura misurata all’esterno. In base ai parametri misurati sarà poi la centralina elettronica che seleziona i parametri operativi e la curva climatica di riferimento.

Sistemi di termoregolazione evoluti di classe VIII

La legge di bilancio 2018 introduce le detrazioni fiscali del 65% anche per quel che riguarda la classe VIII. In base alla comunicazione della Commissione 2014/C 207/02 (trascurando la traduzione dall’inglese che a nostro avviso non è proprio chiarissima nemmeno in questo caso) troviamo che le definizione dei sistemi di termoregolazione evoluti di classe VIII è la seguente:

“Controllo della temperatura ambientale a sensori plurimi, destinato all’uso con apparecchi di riscaldamento modulanti: un controllo elettronico munito di 3 o più sensori ambientali che varia la temperatura del flusso d’acqua, lasciando che l’apparecchio di riscaldamento dipenda dalla deviazione fra la temperatura ambientale misurata aggregata e i punti d’analisi del termostato stesso. Il controllo è effettuato modulando l’uscita dall’apparecchio di riscaldamento.”

La definizione è molto simile a quella della classe V, solo in questa configurazione si prevedono almeno 3 punti di misura per la temperatura ambiente e la regolazione della temperatura dell’acqua di mandata dovrà dipendere da tutti i valori misurati nei vari ambienti.

Sistemi di termoregolazione evoluti e risparmio energetico

La legge di bilancio 2018 ha introdotto un ulteriore elemento da considerare al fine di ottenere le detrazioni fiscali del 65% per risparmio energetico. Infatti, oltre alla installazione di una caldaia a condensazione di classe A e alle valvole termostatiche, viene richiesta anche la installazione di un sistema di regolazione evoluto di classe V, VI e VIII.

Il concetto di base è quello di premiare una regolazione di tipo modulante, ossia i vari sensori dovranno essere in grado di trasmettere alla centralina (che nei sistemi home può essere già compresa all’interno della caldaia) i valori misurati di temperatura nei locali da climatizzare. In tal modo la caldaia potrà modulare e la temperatura dell’acqua in uscita sarà correlata alle misure di temperatura nei vari locali. La caldaia a condensazione potrà quindi in media lavorare con temperature di ritorno più basse e sfruttare meglio la condensazione dei fumi con un rendimento maggiore e minori consumi.

Inoltre si consiglia di abbinare sempre un sistema di termoregolazione dotato di sonda esterna e centralina climatica in maniera da regolare il funzionamento della caldaia in base alle temperature esterne e alle temperature misurate all’interno degli ambienti. Anche questa soluzione permette di ottenere un risparmio energetico grazie al fatto che il generatore potrà lavorare in base ai parametri esterni ed interni sfruttando al meglio il fenomeno della condensazione.

A chi rivolgersi per ottenere le detrazioni fiscali per risparmio energetico e le pratiche ENEA:

Per ottenere le detrazioni fiscali per risparmio energetico occorre inviare all’ENEA una apposita pratica come richiesto dalla normativa vigente entro 90 giorni dal “collaudo” delle opere eseguite.

E’ possibile rivolgersi allo Studio Luminance che effettua tale servizio in modalità telematica e serve tutta Italia. Per maggiori informazioni:

Richiedi subito un preventivo gratuito senza impegno per la pratica ENEA:

Richiesta preventivo per pratica ENEA

Invio pratica ENEA per detrazioni, ecobonus risparmio energetico.

Per maggiori informazioni sul contributo dei vari sistemi di termoregolazione evoluti al risparmio energetico nell’ambito degli impianti di riscaldamento si consiglia di consultare la pagina seguente:

Come si valuta il risparmio energetico ottenuto con l’installazione dei sistemi di termoregolazione evoluti?

Per scaricare la comunicazione della Commissione 2014/C 207/02 è possibile seguire il seguente link:

comunicazione 2014/C 207/02

Come ottenere le detrazioni per ristrutturazione nel 2018

Le detrazioni fiscali del 50% per le ristrutturazioni nel 2018: come ottenerle?

Detrazioni per ristruttrazioni edilizie 2018

Le Legge di Bilancio 2018 è stata approvata da poco e molti sono i provvedimenti contenuti in materia fiscale, economica e normativa. In particolare sono stati prorogati gli incentivi statali per le ristrutturazioni per il 2018.

Negli ultimi anni le procedure per ottenere le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni edilizie sono state molto semplificate e uno dei principali adempimenti da parte del beneficiario è quello di effettuare i pagamenti tramite il bonifico apposito per ristrutturazione edilizia e ottemperare in maniera corretta a tutti gli adempimenti urbanistici e di sicurezza relativi ai lavori.

Occorrerà poi conservare le fatture e le ricevute dei bonifici effettuati insieme a : domanda di accatastamento (se l’immobile non è ancora censito)
oppure le ricevute di pagamento dell’imposta comunale (Imu), se dovuta
le delibera assembleare di approvazione dell’esecuzione dei lavori (per gli eventuali interventi su parti comuni di edifici residenziali) e tabella millesimale di ripartizione delle spese, una eventuale dichiarazione di consenso del possessore dell’immobile all’esecuzione dei lavori, per gli interventi effettuati dal detentore dell’immobile, se diverso dai familiari conviventi.

Occorre anche conservare una copia delle pratiche edilizie quali permessi, SCIA, CILA o altre concessioni, autorizzazioni, oppure se la normativa non prevede alcun titolo abilitativo, dichiarazione sostitutiva dell’atto di notorietà in cui indicare la data di inizio dei lavori e attestare che gli interventi realizzati rientrano tra quelli agevolabili.

Per altre informazioni su detrazioni fiscali e ristrutturazioni edilizie è possibile consultare anche le pagine seguenti:

Come effettuare il bonifico per le detrazioni fiscali per ristrutturazione

Guida sintetica : Le detrazioni fiscali per le ristrutturazioni

Come non perdere le detrazioni fiscali per ristrutturazione

Le detrazioni fiscali

Una volta terminati i lavori e pagati tutti gli interventi di ristrutturazione effettuati occorrerà poi rivolgersi al proprio commercialista o CAF o amministrazione per portare in detrazione le spese effettuate in base alla normativa attuale. Al momento la detrazione spetta in percentuale del 50% sulle spese effettivamente sostenute per il lavori. Tale quota viene portata in detrazione in 10 anni con 10 quote di uguale valore. In pratica l’incentivo viene spalmato su 10 anni. Attenzione però ad alcuni errori che possono comportare la perdita del diritto agli incentivi per ristrutturazione, ad esempio la detrazione non è riconosciuta e l’importo eventualmente fruito viene richiesto indietro dagli uffici dell’Agenzia delle Entrate quando non è stata effettuata la comunicazione preventiva all’Asl competente, se obbligatoria, oppure i pagamenti dei lavori non sono stati eseguiti tramite bonifico bancario o postale o è stato effettuato un bonifico che non riporti le indicazioni richieste (causale del versamento, codice fiscale del beneficiario della detrazione, numero di partita Iva o codice fiscale del soggetto a favore del quale il bonifico è effettuato).

Importante
In merito a questo ultimo adempimento, con la circolare n. 43/E del 18 novembre 2016, l’Agenzia delle Entrate ha precisato che il contribuente non perde il diritto all’agevolazione se, per errore, ha utilizzato un bonifico diverso da quello “dedicato” o se lo ha compilato in modo errato, cioè in maniera tale da non consentire a banche, Poste italiane o altri istituti di pagamento di effettuare la ritenuta d’acconto dell’8%.

In parole povere lo Stato vuole incassare subito l’8% per poter concedere poi il beneficio.

Per usufruire dell’agevolazione, tuttavia, in queste ipotesi è necessario farsi rilasciare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio in cui il beneficiario dell’accredito attesti di aver ricevuto le somme e di averle incluse nella propria contabilità d’impresa.

Ovviamente la norma e i successivi sviluppi mirano a rendere ben tracciabile il pagamento e ad assicurare la corretta fatturazione degli interventi che poi godono degli incentivi fiscali.

Altre mancanze che possono portare alla perdita delle detrazioni così come riportate sulla Guida dell’ADE:
– non sono esibite le fatture o le ricevute che dimostrano le spese effettuate
– non è esibita la ricevuta del bonifico o questa è intestata a persona diversa da quella che richiede la detrazione
– le opere edilizie eseguite non rispettano le norme urbanistiche ed edilizie
comunali (opere abusive o difformi dai titoli edilizi)
– sono state violate le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e quelle relative agli obblighi contributivi.

Per queste violazioni il contribuente non decade dal diritto all’agevolazione se è in possesso della dichiarazione di osservanza delle suddette disposizioni resa dalla ditta esecutrice dei lavori (ai sensi del Dpr 28 dicembre 2000, n. 445).

Per maggiori chiarimenti e informazioni più precise si rimanda al sito dell’Agenzia delle Entrate.

Qualità dell’aria in casa e il ruolo della VMC

La qualità dell’aria indoor nelle nostre case e appartamenti: l’importanza della ventilazione meccanica controllata (VMC)

Spesso si sente parlare di qualità dell’aria indoor e delle possibili sostanze che possono causare disturbi e forme di allergie.

Ma quali possono essere le sostanze inquinanti che troviamo nelle nostre case e appartamenti?

Molti studi e ricerche sono state condotte per valutare quali siano le principali sorgenti di sostanze inquinanti presenti nelle nostre case e principalmente troviamo: combustibili quali gasolio, carbone, legna, fumi del tabacco, materiali da costruzione, prodotti per le pulizie di casa, detergenti, pesticidi, medicamenti per le piante, prodotti e collanti utilizzati per i mobili, deodoranti chimici, solventi e molti altri.

Anche la semplice CO2, anidride carbonica, prodotta dalla respirazione o da combustione in alte concentrazioni può dar luogo a fenomeni ed effetti che possono disturbare gli abitanti della casa.

Ad esempio per concentrazioni superiori a 1000 – 2000 ppm CO2 già si possono verificare episodi di sonnolenza, mal di testa, scarsa concentrazione, leggera  nausea.

Anche i VOC rappresentano una fonte di inquinamento per l’aria indoor, queste sostanze in alte concentrazioni e prolungata esposizione interagiscono con i nostri tessuti provocando disturbi, malattie e fenomeni degenerativi. I composti organici volatili possono essere presenti in materiali edili, arredi, rivestimenti.

Nei mobili è possibile riscontrare un rilascio nel tempo di formaldeide, un gas incolore, che può causare forme di allergia e irritazione agli occhi e alla gola.

Tutti questi agenti inquinanti per l’aria indoor che per vari motivi vengono rilasciati nell’ambiente domestico trovano la loro pericolosità nel momento in cui si accumulano alte concentrazioni disperse.

Qual è il ruolo della ventilazione meccanica controllata (VMC)?

Fondamentale quindi ventilare sempre in maniera importante le abitazioni e i locali in cui viviamo. Per migliorare la qualità dell’aria occorre installare un sistema di VMC (Ventilazione Meccanica Controllata) con apposito recuperatore energetico in grado di effettuare un ricambio di aria continuo e a basso flusso senza immettere aria gelida in inverno.

Gli impianti di ventilazione meccanica controllata possono essere di due tipi:

  • VMC canalizzata: Nei locali vengono installate apposite bocchette per la immissione e ripresa dell’aria che vengono poi collegate al recuperatore tramite delle canalizzazioni.
  • VMC puntuale o delocalizzata: In ogni locale vengono installati uno o più dispositivi singoli in grado di scambiare aria con l’esterno.

L’utilizzo della VMC permette di ottenere una qualità dell’aria superiore con basso consumo energetico. Lo scambio con l’esterno permette di diluire le sostanze inquinanti abbassando le loro concentrazioni e garantendo una buona ventilazione continua negli ambienti indoor.

Per il progetto e il dimensionamento degli impianti VMC occorre ricorrere a un progettista termotecnico professionista che potrà guidarvi nella scelta dell’impianto a voi più congeniale e controllare che il tecnico installatore svolga un buon lavoro.

Detrazioni risparmio energetico 2018

Legge di bilancio 2018: detrazioni 65% e 50% per risparmio energetico ecobonus

Detrazioni fiscali per risparmio energetico 2018

La legge di bilancio per il 2018 è in vigore e con essa le novità riguardanti le detrazioni fiscali del 65% e 50% per risparmio energetico.

Si segnala la modifica relativa all’aliquota per la detrazione delle spese sostenute per la sostituzione di finestre comprensive di infissi e schermature solari. La percentuale di detrazione è stata infatti tagliata per il prossimo anno dal 65% al 50%. Per cui tali interventi avranno per il 2018 lo stesso trattamento di altri interventi di ristrutturazione ( 50%).

La sostituzione di generatori di calore con nuove caldaie a biomassa vedrà l’applicazione dell’aliquota del 50% per il 2018. Anche qui è stato operato un taglio all’incentivo, infatti la percentuale di detrazione era al 65% per il 2017.

Per le caldaie a condensazione invece sono state previste due opzioni. Se si sostituisce il vecchio generatore con una nuova caldaia a condensazione di classe almeno A di usufruisce dell’incentivo del 50% che sale al 65% se insieme alla caldaia si installano anche sistemi di termoregolazione evoluti.

Per il 2018 sono previste inoltre le detrazioni del 65% per la sostituzione dei vecchi impianti di climatizzazione invernale con nuovi impianti dotati di sistemi ibridi, costituiti da una pompa di calore integrata con una caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro, o per le spese sostenute all’acquisto e posa in opera di generatori d’aria calda a condensazione.

In base alla nuova legge 2018 sono quindi escluse da ogni incentivo le caldaie a condensazione e non con classe inferiore alla A.

detrazioni caldaie 2018

Legge di bilancio 2018: le detrazioni 65% – 50% per risparmio energetico per le caldaie a condensazione

detrazioni 2018 caldaie

Nei giorni passati si sono susseguite una serie di informazioni e notizie contrastanti riguardo alla proroga degli incentivi fiscali (ecobonus) per le caldaie per l’anno 2018. In particolare erano emersi dei dubbi circa il destino delle detrazioni del 65% per le caldaie a condensazione.

Ebbene ad oggi la legge di bilancio per il 2018 prevede le seguenti casistiche:

  • Sostituzione dei vecchi generatori non efficienti con caldaie di classe energetica inferiore alla A: Nessun incentivo
  • Sostituzione dei vecchi generatori non efficienti con caldaie a condensazione di classe energetica A con installazione di sistemi di termoregolazione evolutiDetrazione del 65%
  • Sostituzione dei vecchi generatori non efficienti con caldaie a condensazione di classe energetica ADetrazione del 50%
  • Sostituzione dei vecchi generatori non efficienti con apparecchi ibridi, costituiti da pompa di calore integrata con caldaia a condensazione, assemblati in fabbrica ed espressamente concepiti dal fabbricante per funzionare in abbinamento tra loro + installazione di sistemi di termoregolazione evolutiDetrazione del 65%

Gli incentivi vengono così graduati in base alle prestazioni energetiche delle varie combinazioni. Per le modalità e le pratiche da redigere per accedere agli ecobonus rimangono più o meno valide le prescrizioni che già avevamo visto per gli anno precedenti. In particolare occorre predisporre ed inviare l’apposita pratica all’ENEA e conservare la documentazione tecnica e fiscale relativa all’intervento.

Per informazioni e maggiori dettagli normativi si consiglia di verificare sul sito del ministero preposto.

Per informazioni sull’installazione dei sistemi di termoregolazione evoluti di classe V, VI e VIII:

Detrazioni 65 per caldaie con sistemi di termoregolazione evoluti

A chi rivolgersi per le pratiche ENEA:

Studio tecnico e termotecnico Luminance Progetti: Disbrigo on-line delle pratiche ENEA per detrazioni ed ecobonus.

detrazioni pannelli solari

Le detrazioni fiscali 65% per i pannelli solari: incentivi per risparmio energetico

Pannelli solari termici tipo con tubi sottovuoto

I pannelli solari termici vengono utilizzati per la produzione di acqua calda utilizzando l’energia rinnovabile fornita dal sole. Esistono principalmente due tipologie di pannelli, quelli piani e quelli a tubi sottovuoto. Solitamente l’installazione di questo tipo di impianti prevede la messa in opera di uno o più pannelli solari, un bollitore o accumulo solare e una serie di componenti per la circolazione forzata o naturale del fluido termo vettore che scorre nelle tubazioni che collegano i pannelli al bollitore solare.

Da alcuni anni sono stati introdotti degli incentivi statali per l’installazione di questo tipo di impianti sotto forma di detrazioni fiscali per risparmio energetico con una aliquota pari al 65% della spesa sostenuta. In particolare ad oggi la normativa prevede che l’incentivo venga spalmato su 10 anni con rispettive 10 quote di pari importo.

In particolare in base al comma 346 della legge finanziaria del 2007 e sue successive modifiche e integrazioni (proroghe) vengono incentivati i pannelli solari dedicati alla produzione di acqua calda in edifici residenziali e industriali nonché per piscine, scuole e case di cura.

Tra le caratteristiche tecniche che vengono richieste vi sono:

  • I componenti dell’impianto quali bollitori e pannelli devono essere garantiti per almeno 5 anni mentre gli accessori e i componenti elettrici devono avere una garanzia di 2 anni.
  • I pannelli solari devono essere certificati in base a precise norme tecniche internazionali e l’impianto deve essere installato in conformità ai manuali tecnici forniti dal costruttore. Occorre quindi che il fornitore produca anche la necessaria documentazione tecnica e tutte le certificazioni che vengono richieste appositamente per l’ecobonus.

I pannelli solari termici godono dell’incentivo fiscale per il risparmio energetico sia che vengano installati per la sola produzione di acqua calda sanitaria (ACS) sia che vengano utilizzati per integrare l’impianto di riscaldamento presente.

Per ottenere l’incentivo occorre inviare l’apposita pratica  ENEA entro 90 giorni dalla fine dei lavori come da collaudo delle opere e conservare la documentazione.

  • Ricevute dei bonifici bancari effettuati (utilizzare i modelli appositi per risparmio energetico)
  • Fatture correttamente intestate
  • Certificazioni e garanzie, schede tecniche
  • Pratica ENEA (allegato F) e ricevuta di invio CPID
  • Asseverazione di un tecnico abilitato

Per maggiori informazioni e una casistica più completa delle varie installazioni incentivabili si rimanda al sito web del ministero.

IVA agevolata al 10% per le ristrutturazioni. A chi e per quali interventi spetta?

IVA agevolata al 10% per le ristrutturazioni in edilizia

Negli ultimi anni sono stati introdotti molti incentivi per il rilancio del settore dell’edilizia in Italia. Accanto alle detrazioni fiscali per le ristrutturazioni e per gli interventi di risparmio energetico è stato anche introdotto un regime IVA agevolato al 10% per favorire la ristrutturazione e la manutenzione degli immobili.

Ma quando spetta l’IVA agevolata al 10% per le ristrutturazioni e per quali tipi di interventi?

Occorre distinguere vari casi e tipologie di intervento:

Manutenzione ordinaria e straordinaria:

La prestazione dei servizi (ad es. manodopera) degli artigiani o ditte che eseguono i lavori su immobili di tipo residenziale (ad es. abitazioni) è soggetta all’IVA agevolata al 10% nei casi di manutenzione ordinaria e manutenzione straordinaria.

In quanto ai materiali (beni) che vengono forniti durante i lavori, questi godono dell’IVA al 10% solo se vengono forniti nell’ambito del contratto d’appalto, ossia vengono pagati dai committenti alla ditta o a chi svolge il lavoro. Non è quindi possibile applicare l’IVA al 10% se i materiali vengono acquistati direttamente dai committenti senza passare dall’artigiano o dalla ditta che svolge i lavori.

Per i beni che vengono detti “significativi”, come ad esempio infissi, caldaie, ascensori, videocitofoni, condizionatori, VMC, sanitari, rubinetterie, impianti antifurto ecc… l’IVA al 10% può essere applicata solo fino al raggiungimento di quanto speso per la manodopera. Al resto va applicata l’aliquota piena, ad oggi il 22%.

Non è quindi possibile utilizzare l’agevolazione IVA se i prodotti/materiali vengono acquistati da fornitori che non eseguono i lavori sull’immobile oppure per i beni che vengono acquistati direttamente dal committente.

Le parcelle dei professionisti, ad es. architetto, studio tecnico, ingegnere, non possono riportare l’IVA agevolata al 10%.

Anche le ditte che operano in sub-appalto dovranno utilizzare l’aliquota IVA corrente (al momento 22%) per le fatture al contractor principale.

Ristrutturazione, restauro, risanamento conservativo

Nel caso di ristrutturazione, restauro o risanamento conservativo le regole per l’applicazione dell’IVA agevolata in edilizia sono un pò diverse.

In particolare, la manodopera (e la prestazione di servizi in generale) è sempre soggetta all’IVA agevolata al 10%.

I beni e i materiali, ad esclusione delle materie prime e i semilavorati, godono dell’agevolazione IVA al 10% sia che vengano acquistati direttamente dal committente sia che vengano forniti dalle ditte o dagli artigiani che svolgono il lavoro.

Il bonifico per le detrazioni per le ristrutturazioni: come pagare i lavori?

Bonifico bancario per ristrutturazione, detrazioni fiscali.

Gli incentivi fiscali per le ristrutturazioni degli immobili hanno rappresentato e rappresentano ad oggi un elemento molto importante per l’economia del settore dell’edilizia  e affini. I proprietari potranno usufruire di incentivi che vanno sotto forma di detrazioni fiscali nella misura del 50% (ex 36%) per i lavori di ristrutturazione dei propri immobili. La detrazione sugli interventi di ristrutturazione edilizia è stata introdotta dall’art. 16-bis del Dpr 917/86 (Testo unico delle imposte sui redditi) ed è stata poi più volte prorogata negli anni.
L’incentivo consiste in una detrazione dall’Irpef del 50% (ex 36%) delle spese
sostenute, fino a un limite di spesa di 96.000 euro per unità immobiliare.

Per ottenere gli incentivi statali per la ristrutturazione occorre eseguire i pagamenti in maniera corretta, in particolare occorre eseguire i pagamenti tramite bonifico bancario contenente causale del versamento con specifico riferimento alla normativa Dpr 917/96 art. 16-bis, il codice fiscale oppure la P.IVA del beneficiario del bonifico ( ad es. ditta che ha eseguito i lavori), il codice fiscale e gli estremi del beneficiario della detrazione ( ad es. il committente), i riferimento alle fatture che vengono saldate con il bonifico.

Si consiglia comunque di rivolgersi alla propria banca chiedendo esplicitamente allo sportello di eseguire un bonifico per ristrutturazione edilizia e sarà poi l’addetto a immettere l’operazione in maniera corretta. Oppure, per chi ha la possibilità di eseguire i pagamenti on line, occorre riempire l’apposita sezione per eseguire il bonifico on-line. Solitamente vi è un modulo dedicato da riempire dove vi sarà chiesto di inserire i dati necessari.

I bonifici che vengono eseguiti con tale opzione vengono soggetti a una ritenuta d’acconto del 8% (dal 2015), che le banche dovranno poi trattenere da quanto effettivamente pagato alle ditte esecutrici a titolo d’acconto di imposta.

Al fine di non creare confusione e/o incertezze occorre prestare attenzione a eseguire i pagamenti tramite il tipo di bonifico corretto (ossia quello per ristrutturazioni) e non confondersi, come spesso succede, con il tipo di bonifico per risparmio energetico (detrazioni del 65%) che sono inerenti ad altri tipi di intervento (ecobonus, risparmio energetico).

Per altre informazioni relative alle detrazioni fiscali 2017 per le ristrutturazioni edilizie è possibile consultare:

Le detrazioni per ristrutturazione. Anno 2017, la normativa.

Le detrazioni del 65% per la sostituzione degli infissi: incentivi per risparmio energetico

Le detrazioni per la sostituzione degli infissi.

La maggior parte degli immobili in Italia sono stati costruiti negli anni passati con criteri e metodi che non tenevano conto delle problematiche legate al risparmio energetico. (involucro con alte dispersioni, infissi semplici con vetro singolo, infissi non a taglio termico, impianti non efficienti con alti consumi e scarsi rendimenti, tubazioni non isolate, combustibili costosi, a volte troviamo ancora caldaie a GPL oppure a gasolio, ponti termici non corretti, materiali non adeguati, ecc… Negli anni passati infatti, anni 70-80, l’approvvigionamento e il costo dell’energia non rappresentavano un problema e le tecniche costruttive non erano pensate per l’efficienza energetica. Il risultato è purtroppo un parco edilizio assai energivoro e la cui prima prerogativa è lo spreco di energia. L’attuale situazione, oltre a comportare grandi costi di gestione con bollette del gas care e assai costose per i proprietari degli immobili, contribuisce in maniera drammatica all’emissione di gas serra in atmosfera responsabile dei cambiamenti climatici a cui noi stiamo assistendo in questi anni.

La parola d’ordine è quindi: risparmio energetico. Ogni intervento sugli immobili esistenti dovrebbe essere accompagnato da miglioramenti e ristrutturazioni efficienti da un punto di vista energetico.

Attraverso i vecchi infissi esistenti negli attuali edifici avviene un passaggio di energia termica tra interno ed esterno che porta a una grande dispersione di calore durante la stagione invernale. La caldaia che riscalda le nostre cose o i nostri ambienti di lavoro, lavorerà quindi e consumerà gas o gasolio, in parte anche per alimentare questa “fuga” di energia verso l’esterno.

Parte dell’energia consumata se ne andrà via attraverso i nostri vecchi infissi non coibentati e molto spesso in cattive condizioni con spifferi, parti poco allineate e materiali e vetri ad alta trasmittanza termica. Tutto questo spreco lo ritroviamo poi in bolletta, con costi alti e spese per il riscaldamento altissime.

Al momento è possibile sostituire i vecchi infissi con modelli nuovi a taglio termico e bassa trasmittanza termica usufruendo degli incentivi statali per il risparmio energetico (detrazioni 65%, ecobonus). L’incentivo è stato introdotto per favorire il risparmio energetico in ambito edilizio riqualificando gli infissi presenti con modelli nuovi che potranno essere in alluminio, PVC, legno o altro materiale ma che presentano valori di trasmittanza termica inferiori a quelli fissati dalla normativa.

Per usufruire dell’incentivo occorre acquistare ed installare infissi certificati, eseguire il pagamento con apposito bonifico bancario (attenzione a utilizzare il bonifico corretto, diverso da quello per ristrutturazioni semplici), entro 90 giorni dalla messa in opera occorre inviare una pratica all’ ENEA (si consiglia di rivolgersi a uno studio tecnico o termotecnico) e conservare tutta la documentazione e la ricevuta dell’invio stesso.

Prima di acquistare e installare gli infissi è consigliabile rivolgersi a un termotecnico per verificare se le caratteristiche sono compatibili con quanto richiesto dalla normativa, in particolare a seconda delle zone vi sono dei limiti di trasmittanza termica massima ammessa che devono essere rispettati, pena la decadenza dell’incentivo del 65%.

Nel prossimo articolo sugli infissi vedremo più in dettaglio come fare per usufruire delle detrazioni per la sostituzione degli infissi.

 

 

 

La detrazione IRPEF per le ristrutturazioni. Chi può richiedere l’incentivo.

Gli incentivi per la ristrutturazione, detrazioni fiscali.

Gli incentivi statali sono stati di primaria importanza negli ultimi anni al fine di sostenere un settore come quello dell’edilizia e delle ristrutturazioni in genere. Artigiani, ditte edili, costruttori, fonitori e commercianti sono stati colpiti pesantemente dalla crisi economica degli ultimi anni, una mano è venuta dagli incentivi statali per le ristrutturazioni edilizie.

Le detrazioni IRPEF per la ristrutturazione degli immobili sono disponibili per chi ristruttura l’abitazione o le parti comuni di edifici residenziali in genere ubicati in Italia.

Fino al 31/12/2017 è possibile detrarre una quota del 50% delle spese sostenute fino ad un massimo valore di € 96.000. Per adesso non abbiamo notizie circa le eventuali variazioni che il governo vorrà apportare o meno per i prossimi anni.

L’importo in detrazione va suddiviso tra i vari soggetti che hanno pagato gli interventi di ristrutturazione e che hanno diritto a godere dell’incentivo. Per i condomini che hanno effettuato eventuali interventi di ristrutturazione sulle parti comuni degli edifici conta l’anno in cui l’amministratore ha effettuato il pagamento delle spese. Ad ogni condomino poi spetterà una quota relativa del beneficio se avrà correttamente versato le spese a lui imputabili per gli interventi entro la data della dichiarazione dei redditi. In tal modo il beneficio sarà suddiviso tra i vari condomini in maniera equa.

In generale è possibile detrarre ogni anno un decimo del beneficio totale (per 10 anni) se tale quota rientra nel totale dell’IRPEF dovuta per l’anno in questione.

Se l’immobile in questione oggetto di ristrutturazione viene utilizzato anche per l’esercizio di professioni o altre attività oltre che per abitazione, la detrazione spetta ridotta del 50%.

Gli incentivi per le ristrutturazioni sono a disposizione dei contribuenti assoggettati a IRPEF che pagano gli interventi di ristrutturazione sulle abitazioni.

Oltre ai proprietari anche altri soggetti possono godere dei benefici, ad esempio:

  • Titolari di diritti reali sugli immobili ( ad esempio usufrutto, uso, abitazione, superficie, ecc…)
  • Inquilini in affitto, comodatari
  • Familiari conviventi del possessore o detentore (ad es. il coniuge o parenti fino a certi gradi di parentela ecc…)

In linea generale possono godere dei benefici i soggetti sopra indicati che abbiamo sostenuto le spese e siano intestatari di bonifici e fatture.

Nel caso in cui l’immobile sia oggetto di una compravendita e sia già stato stipulato e registrato il preliminare di vendita, il futuro proprietario (acquirente) che vorrà eseguire delle opere di ristrutturazione potrà godere dell’incentivo se ha già il possesso dell’immobile e paga lui stesso le spese relative agli interventi.

Nel caso di due proprietari di unità abitativa se le spese di ristrutturazione sono state sostenute da tutti e due ma nelle fatture è indicato come intestatario solo uno dei due, la detrazione spetta anche al soggetto che non è stato indicato a patto di indicare sulla fattura la percentuale delle spese sostenute da quest’ultimo. In altre parole occorre indicare la quota realmente pagata dall’altro proprietario in modo da ripartire l’incentivo in maniera corretta.

La materia è comunque complessa e le casistiche sono molte, si rimanda dunque al sito dell’Agenzia delle Entrate per ulteriori e/o più precise informazioni e/o dettagli sull’argomento.

Le detrazioni per ristrutturazione. Anno 2017, la normativa.

Gli incentivi per la ristrutturazione, detrazioni fiscali.

Negli ultimi anni il settore delle costruzioni e in generale quello dell’edilizia è stato colpito da una grave crisi economica causata da vari fattori. Le nuove costruzioni hanno subito una pesante battuta d’arresto e anche i lavori di ristrutturazione hanno subito un netto calo. Fortunatamente negli ultimi anni sono stati confermati gli incentivi statali per le ristrutturazioni in genere e gli interventi che migliorano l’efficienza energetica degli immobili.

In particolare sono state introdotte delle detrazioni fiscali per la ristrutturazione di unità immobiliari che necessitano di interventi di ripristino, migliorie, lavori edili ecc…

Ad oggi per gli interventi di ristrutturazione edilizia è prevista una detrazione così come disciplinata inizialmente dal Dpr 917/86 e successive modifiche e integrazioni.
Inizialmente la detrazione IRPEF per ristrutturazione spettava in misura del 36% delle spese sostenute per i lavori eseguti, fino a un massimo di € 48.000 per ogni unità immobiliare oggetto degli interventi. Il decreto legge 83/2012 aveva poi portato la percentuale da portare in detrazione al 50% con un massimo possibile di € 96.000.

I vari governi che si sono succeduti hanno poi prorogato di anno in anno tale incentivo fiscale nel tentativo di arginare la pesante crisi che ha investito il settore dell’edilizia e delle ristrutturazioni. Siamo quindi arrivati al 2017 (legge di bilancio 232/2016) con la quota percentuale di detrazione e il massimale già fissati dal decreto legge 83/2012.

Al momento non è ancora stato previsto un rinnovo di tale benefici (50% e € 96.000 di massimale) per cui se non vi saranno interventi da parte dell’attuale governo, si potrebbe tornare alle vecchie percentuali di detrazione.

Vedremo solo in seguito se gli incentivi saranno prorogati con le attuali percentali oppure se vi saranno variazioni per l’anno prossimo.